Trent’anni fa la fine dell’Urss, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, il più grande stato comunista del mondo nato con la rivoluzione bolscevica. Il 25 dicembre del 1991 il drammatico discorso in tv di Mikhail Gorbaciov, ultimo presidente dell’Urss, ultimo segretario generale del partito comunista e padre della perestroika. “Uno dopo l’altro sono falliti i tentativi di riforma. Il rinnovamento si è rivelato ben più arduo di quanto prevedessimo. Eppure, è stata un’impresa storica: abbiamo abbattuto il totalitarismo”. Al Cremlino veniva ammainata per sempre la bandiera rossa con falce e martello. Dissolta l’Unione Sovietica, all’alba del 1992 rimasero in ordine sparso le 15 repubbliche di quello che Ronald Reagan aveva definito “L’Impero del male”, il più vasto stato multietnico esteso su 22 milioni di chilometri quadrati e su 11 fusi orari.