Accade che a volte siamo privati di persone che apparivano, ed erano, indispensabili, come testimoni di vita vissuta nella fede, e come compagni di pensieri, di dubbi, di speranze nate dentro un percorso di fede. Il modo migliore per ricordarli ci sembra quello di continuare a farli dialogare con noi. Martin Cunz, pastore riformato della Svizzera italiana, dove da subito si era mosso in direzione ecumenica, e nello spirito di un incontro profondo con la tradizione e il mondo ebraico, è morto alla fine dell'estate. Ospite anche della nostra trsmissione, lo ricordiamo continuando a ragionare su una lettera che aveva scritto a Paolo De Benedetti, a proposito dell'interpretazione di quest'ultimo di alcuni passi della Genesi (v. Uomini e Profeti, A sua immagine). Facendo reagire anche gli ascoltatori alle parole di Martin Cunz, invitiamo Paolo De Benedetti e Raffaello Zini a tracciarne un profilo. Dopo la mia morte, di Chaim Nachman Bialik