Linee flessuose, lettere che s'incurvano, sillabe disciplinate da un antico canone estetico che scivolano nette sulla pergamena. Un'arte quella della bella scrittura dimenticata, accantonata: il mormorio del pennino a inchiostro sopraffatto dal ticchettio delle tastiere. Daniel Quinn a Firenze tiene in vita stili e forme assediate dalla modernità