Ci hai consegnati come pecore da macello, chi hai dispersi in mezzo alle nazioni. Versetti come questi, contenuti nel salmo 44, o altri (come per esempio quelli contenuti nel salmo 74) sembrano una fotografia impressionante e terribile di tanti momenti della storia del popolo ebraico, culminata nel suo orrore nella tragedia della Shoà. Sembra il ritratto di un popolo "destinato" alla sconfitta, alla vergogna, all'annientamento, in cui il Dio che aveva stretto un patto con lui si ritrae, e sembra non rispondere alle grida degli umiliati. Molte sono le domande, rivolte a Paolo Ricca, ma che tutti noi ci rivolgiamo. Come mai nella Bibbia, che predica la fedeltà di Dio, appaia anche un Dio infedele, che deve essere continuamente risvegliato, richiamato, fatto memore dal suo popolo? Come mai il popolo appare "più fedele" di Dio? E qual è il valore dell'insistito ricordo della "terra" come dono e come valore? Quali conseguenze ha tuttora nella storia di Israele? E perché, accanto alle preghiere individuali, appaiono nei Salmi queste preghiere collettive?