Non guardate questo video
(fino al 22 dicembre)
STAMPA ESTERA - Con qualche giorno di anticipo rispetto alla data cui si riferisce, e cioè il 22 dicembre 2012, la Nasa ha fatto uscire un video che vuole sfatare l'oramai arcinota teoria della Fine del Mondo, che i Maya avrebbero previsto per il giorno prima. Di Rob Williams
The Independent (Regno Unito), 13 dicembre 2012
Il video inizia con "Oggi è il 22 dicembre 2012. Il solo fatto che stiate guardando questo video significa una cosa sola, e cioè che il mondo non è finito ieri". Dopodiché va avanti spiegando che la data del 21 dicembre nasce da una convinzione sbagliata, e speriamo che basti per smontare tutta la baraonda che gira intorno alla presunta Profezia. Punto dopo punto il video demolisce altre leggende e previsioni pseudo scientifiche, come la minaccia di radiazioni fatali dal Sole o che ci sia un altro pianeta in rotta di collisione con la Terra.
Alla Nasa sono così sicuri di quello che dicono che non hanno nemmeno voluto aspettare il giorno originariamente previsto per l’uscita del video. A dire il vero, sul sito ufficiale e sul blog dedicato erano già usciti vari post con la spiegazione del perché e del percome il mondo non finirà questo venerdì. Anzi, "non finirà nel 2012. Il nostro pianeta se l'è cavata abbastanza bene per più di 4 miliardi di anni e gli scienziati più autorevoli del mondo non sono informati di alcuna minaccia reale associata all'anno 2012".
Per venire poi a ciò che ha scatenato tutto questo, alla domanda "E' vero che il calendario Maya finisce a dicembre 2012?" il video della Nasa risponde che "Così come il calendario che avete in cucina non smette di esistere dopo il 31 dicembre, quello Maya non finisce il 21 dicembre 2012. Si tratta invece della fine del periodo di Lunga Conta. Quindi, come il vostro calendario ricomincia col 1 gennaio, anche in quello Maya inizia un altro periodo ".
Secondo certe interpretazioni il 21 dicembre 2012 indicherebbe la fine di un ciclo di 5125 anni (Lunga Conta), che dovrebbe comportare l'Apocalisse. Le cronache sono infatti piene di racconti di gente che fa incetta di candele e generi di prima necessità in Russia e in Cina, o di rifugi negli Stati Uniti. Non si sa mai.