Nagasaki Manga. Conservare il ricordo dei sopravvissuti
STAMPA ESTERA - Izumi Marumoto è una disegnatrice di manga nata a Nagasaki. Fino a pochi anni fa non aveva mai nemmeno preso in considerazione, per il suo lavoro, l'esplosione della bomba atomica che devastò la sua città. Poi un "hibakusha", un sopravvissuto, le chiese delle tavole che accompagnassero una lezione su quanto l’uomo aveva vissuto dopo l'esplosione del 9 agosto del '45 a Nagasaki
Di Tsukasa Kimura per The Asahi Shimbun, Tokyo 10 gennaio 2013
Izumi Marumoto è una disegnatrice di manga nata a Nagasaki. Fino a pochi anni fa non aveva mai nemmeno preso in considerazione, per il suo lavoro, l'esplosione della bomba atomica che devastò la sua città una ventina di anni prima che lei venisse al mondo. E nemmeno suo padre, o suo nonno, avevano mai parlato di quello che avevano sopportato sulla loro pelle. Almeno non davanti a lei. La bomba atomica non era mai entrata nei progetti di Marumoto; rimaneva un tema dimenticato. Poi un "hibakusha", un sopravvissuto, le chiese di preparare delle tavole che accompagnassero una lezione su quanto l’uomo aveva vissuto dopo l'esplosione del 9 agosto del '45 a Nagasaki. "Esiste un manga su Hiroshima, 'Hadashi no Gen - Gen a piedi nudi', ma non c'è nulla che racconti quello che è successo qui a Nagasaki" le disse. "Perché non riempi tu questo vuoto?".
All’improvviso quella tragedia collettiva irruppe nella vita di Marumoto. I racconti dolorosi di quel signore di 76 anni, che nel pubblico distratto di studenti delle medie aveva provocato qualche sbadiglio, la lasciarono devastata, come la noia della platea. Doveva fare qualcosa per combattere il disinteresse di quei ragazzi. E si mise a disegnare.
La prima versione comprendeva tre capitoli dedicati ciascuno alla storia di un hibakusha. Poi il sopravvissuto che Marumoto aveva ascoltato morì e lei si convinse ad accelerare il ritmo di lavoro. Di lì a poco arrivarono il Grande Terremoto del marzo 2011, lo tsunami e il disastro nucleare di Fukushima. Non c'era un momento da perdere, Marumoto doveva fare la sua parte per mantenere viva la memoria.
"Tutti e due gli eventi, la guerra e la catastrofe dopo il terremoto, hanno cambiato la vita di tutti. La storia si ripeterà se non raccontiamo le cose come sono andate davvero" dice oggi la disegnatrice. "Ho voluto allora raccontare la storia attraverso l'esperienza dei singoli, senza però riproporre lo stereotipo della gente con la pelle a brandelli che vaga senza meta".
E così ha preferito raccontare come una maestra elementare ritrova i suoi alunni tra le macerie, saltando i dettagli degli effetti dell’esplosione in sé sulla vita della donna. "Se nessuno ascolterà più le storie degli hibakusha sarà come se quei sopravvissuti non siano mai esistiti. Distruggere la memoria collettiva è un peccato, un atto da condannare".
Il primo progetto di "Manga de Yomu Nagasaki - Il bombardamento di Nagasaki in manga" si è arricchito poi del contributo di altri sei artisti del settore ed è uscito un secondo volume. Marumoto si augura di poter vedere presto un'edizione in inglese per il pubblico straniero.
Il manga è disponibile sul sito http://nia-memoro.sees.clip-studio.com/site/