Egitto, ancora morti all'alba
in piazza Tahrir
Almeno tre persone sono rimaste uccise questa mattina a Il Cairo e cinquanta sarebbero i feriti, dopo gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Fonti mediche riferiscono che tra le vittime ci sarebbero anche uno studente ventenne e un ragazzino di 12 anni
In Egitto non si spengono proteste e repressione. Almeno tre persone sono rimaste uccise questa mattina a Il Cairo e cinquanta sarebbero i feriti, dopo gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Fonti mediche riferiscono che tra le vittime ci sarebbero anche uno studente ventenne e un ragazzino di 12 anni, uccisi a colpi di arma da fuoco. Al momento piazza Tahrir è controllata dai manifestanti, che accusano esercito e polizia di aver usato proiettili veri e non di gomma. I feriti sono stati portati nella moschea Omar Mukram dove è stato allestito un ospedale da campo.
E’ il quinto giorno di scontri tra dimostranti e forze dell’ordine. I primi chiedono le dimissioni della giunta militare. I poliziotti rispondono alle proteste con i proiettili, lacrimogeni e anche bastoni che non esitano a usare con estrema durezza.
Drammatico il racconto della notte passata: "Centinaia di forze della sicurezza dello Stato e dell'esercito sono entrati nella piazza e hanno iniziato a sparare pesantemente. Hanno inseguito i manifestanti e dato fuoco a qualsiasi cosa che trovavano sulla loro strada, compresi dispositivi medici e coperte", ha raccontato un manifestante. In quattro giorni di sanguinosa repressione a piazza Tahrir sono morti 14 manifestanti e oltre 500 sono rimasti feriti.
Intanto, la donna egiziana picchiata e denudata in strada dai soldati è "in cattive condizioni", secondo quanto ha riferito un uomo intervenuto in suo aiuto sabato scorso in piazza Tahrir, aggiungendo che la donna "non esce più di casa, perché ha paura di essere arrestata".