Su Facebook senza il velo. E la foto scompare, anzi no. Ma...
“The Uprising of Women in the Arab World”, associazione per i diritti delle donne del Medio Oriente, ha accusato Facebook di un vero e proprio attacco nei confronti della sua attività
Su Facebook senza il velo. E la foto scompare, anzi no
Kristin Deasy per Global Post 8 novembre
“The Uprising of Women in the Arab World”, associazione per i diritti delle donne del Medio Oriente, ha accusato Facebook di un vero e proprio attacco nei confronti della sua attività, dopo che una foto postata sulla sua pagina è stata cancellata per aver scatenato aspre polemiche. Facebook avrebbe ripetutamente disabilitato le pagine degli amministratori e minacciato addirittura di annullarne gli account per aver condiviso una foto, nella quale Dana Bakdoune appare senza velo e con in mano il passaporto dove – invece - è velata. La ragazza stringe anche un cartello, nel quale si legge: "Sto dalla parte della “Rivolta delle Donne del Mondo Arabo” (The Uprising of Women in the Arab World), perché per vent'anni non mi è stato concesso di sentire il vento tra i capelli e sul corpo".
L'attivista del gruppo egiziano Sally Zohney proprio giovedì scorso aveva detto al Global Post che quella pagina Facebook è "un segno del cambiamento" per il nascente movimento femminista e un importante luogo di incontro, un po' come lo era stata la pagina egiziana "We are all Khaled Said" durante la rivolta popolare di qualche tempo fa. Secondo l'associazione giorni addietro Facebook avrebbe rimosso la foto della Bakdoune a causa di certi commenti offensivi apparsi dopo la pubblicazione. Secondo altri media, come “The Daily Dot”, l'immagine era stata segnalata perché mostrava “nudità”, mentre in un’intervista a “Detektor.fm Germany” l’attivista Farah Barqawi ha detto che la foto sarebbe stata censurata, perché aveva provocato "misogini ed estremisti". “Feminist Wire” ha scritto che l’immagine era stata segnalata in quanto "offensiva".
La pagina di Facebook “The Uprising of Women in the Arab World” ha 61 mila fan; il collettivo femminista aveva utilizzato il social network per lanciare un’iniziativa mondiale nella quale le utenti dovevano caricare foto di se stesse con la frase: "Sto dalla parte della “Rivolta delle Donne del Mondo Arabo”, perché ..."
Aggiornamento: l’associazione ha poi pubblicato sulla pagina Fb il seguente post di chiarimento:
“Ultim’ora, 8 novembre ore 18:15: Facebook ha confermato che un’utente è stata erroneamente sospesa per aver pubblicato un'immagine nella quale si scorge un passaporto e gli utenti non sono autorizzati a pubblicare documenti personali di altri. Successivamente si è chiarito che la persona ritratta nella foto caricata su Facebook è la titolare del documento di riconoscimento. Il social network ha quindi rimosso il blocco dell’account.
"Facebook aveva reagito in seguito a due denunce relative alla pagina - entrambe riferite al post in oggetto" ha detto un portavoce di Facebook al “Dot Daily”. "La fotografia è stata rimossa, ma subito ripubblicata. La persona che l’aveva postata è stata informata e il blocco temporaneo cancellato.
Un secondo elemento è stato rimosso in quanto segnalato perché violava le regole generali di utilizzo del social network".
Ma la vicenda non sembra ancora conclusa né chiarita completamente...