Feriti 4 parà
in Afghanistan
Quattro militari del 183esimo Reggimento Folgore sono rimasti lievemente feriti oggi dall’esplosione di un ordigno mentre erano impegnati in un’operazione di ricognizione nell’area della Zeerko Valley
Un nuovo attacco colpisce i militari italiani in Afghanistan. Quattro militari del 183esimo Reggimento Folgore sono rimasti lievemente feriti oggi dall’esplosione di un ordigno mentre erano impegnati in un’operazione di ricognizione nell’area della Zeerko Valley, nell’ovest del Paese, a circa 20 chilometri a sud di Shindad.
I soldati feriti, dei quali sono già stati resi noti i nomi, il primo caporal maggiore Luca Telesca; il primo caporal maggiore Francesco Catania e dei caporal maggiori Vincenzo Crispo e Francesco Munafò, tutti in servizio al 183/o reggimento della brigata Folgore di stanza a Pistoia, sono "praticamente illesi". Lo ha assicurato Marco Mele, il portavoce del contingente italiano a Herat ,spiegando che "solo uno ha riportato un leggero trauma da scoppio".
I quattro hanno tutti telefonato personalmente alle famiglie per rassicurarle sulle loro condizioni.
LA CRONACA
L'attentato si è verificato alle 7:06 (le 3:36 in Italia) nel corso di una "ricognizione operativa". Il Lince coinvolto è saltato su un ordigno la cui natura non sarebbe stata ancora accertata. Potrebbe trattarsi di una mina o di un ordigno esplosivo telecomandato a distanza.
L'ONU RITIRA IL PERSONALE STRANIERO
Le Nazioni Unite hanno deciso di evacuare o ricollocare provvisoriamente circa 600 dei 1.100 addetti che operano nel Paese. Lo ha reso noto un portavoce locale delle Nazioni Unite, correggendo quindi la cifra diffusa precedentemente tramite una fonte Onu, che parlava di 900 addetti da evacuare.
Il portavoce Aleem Siddique ha detto che alcuni dei 600 addetti "non essenziali", tutti stranieri, saranno portati temporaneamente fuori dall'Afghanistan, mentre altri invece saranno ricollocati all'interno del Paese in luoghi pi— sicuri, dopo che i talebani hanno ucciso cinque dipendenti stranieri dell'Onu in un attacco a una loro sede nella capitale afghana il 28 ottobre scorso. "Quei pochi che resteranno sono considerati personale essenziale", ha detto.
Il provvedimento, ha specificato Siddique, durerà "un certo numero di settimane". "Le Nazioni Unite sono state in Afghanistan per mezzo secolo e non stiamo per andarcene ora. Il popolo afghano vuole che restiamo", ha detto il portavoce.
In totale la missione Onu in Afghanistan (Unama) conta circa 5.600 addetti, per lo più afghani, solo 1.100 dei quali sono stranieri. "Il nostro impegno - ha assicurato il portavoce Siddique - resta quello di assicurare che tutti i nostri programmi e le nostre attività continuano.
Ma visto ciò che è accaduto la scorsa settimana (l'attacco dei talebani, ndr) è chiaro che dobbiamo porci il problema di come il nostro personale possa continuare a svolgere quei programmi e quelle attività, e al contempo badare alla loro sicurezza", ha concluso.