Polverini, aria di dimissioni
(Ma non prima di domani)
POLITICA - Se un passo indietro ci sarà non dovrebbe essere prima della riunione del Consiglio regionale di domani con l’Aula chiamata a votare sui tagli ai costi della politica. Lo scandalo romano preoccupa non poco Silvio Berlusconi per le ripercussioni che potrebbe avere sull'immagine del Pdl anche a livello nazionale
Dimissioni sì, dimissioni no. Parliamo ovviamente di Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, alle prese con lo scandalo Fiorito che ha investito in pieno il gruppo consiliare del Pdl.
La governatrice è categorica: "Sono stanca, molto stanca. O la smettono o la storia la faccio finire io". Un invito perentorio al Consiglio regionale e al gruppo Pdl dilaniato da faide interne. La Polverini si sarebbe già informata sui tempi per andare al voto in caso di dimissioni. In ogni caso se un passo indietro ci sarà non dovrebbe essere prima della riunione del Consiglio di domani con l’Aula chiamata a votare sui tagli ai costi della politica.
Intanto l’ufficio stampa del partito di Silvio Berlusconi si affretta a far sapere che "In merito alla presunta ipotesi di commissariamento del Pdl Lazio si precisa che si tratta di voci del tutto infondate”.
“Se le dimissioni, annunciate più volte e mai arrivate negli ultimi tre giorni, dovessero avvenire - avverte l’opposizione di centrosinistra in Regione - con la rinuncia del presidente eletto dai cittadini, a termini di legge, si dovrebbe tornare alle urne in una forbice che va da 45 a 70 giorni”. Interviene nel dibattito anche Avvocatura dello Stato che precisa: “La presidente dimissionaria resterebbe in carica per l'ordinaria amministrazione e potrebbe indire le elezioni entro sei mesi dalla data delle dimissioni”.
Uno scandalo quello romano che preoccupa non poco Silvio Berlusconi per le ripercussioni che avrebbero le dimissioni del presidente del Lazio, dopo che già in Lombardia il Pdl è stato investito dalla bufera Formigoni. E poi a Roma, in primavera, c'è la corsa per il Campidoglio, con in gioco il bis di Gianni Alemanno. Anche il sindaco della Capitale insiste con la Polverini perché rimanga in sella. Il Cavaliere pensa pure alle elezioni nazionali: “non possiamo presentarci alle urne con un partito sotto tiro”, avrebbe detto ai suoi.