Napolitano punta a governo di salvezza nazionale
POLITICA – "Ognuno faccia il suo dovere". Il presidente adesso ha carta bianca e torna in campo politicamente più solido e con l’arma dello scioglimento anticipato tra le mani. Ipotesi esecutivo forte con Amato e il possibile recupero di alcuni ‘saggi’, Quagliariello, Violante, Moavero
Giorgio Napolitano ancora in sella ‘obtorto collo’, ma politicamente più forte e nel caso, con l’arma del voto anticipato tra le mani. Da martedì per tutti i partiti l’appuntamento sarà con il ‘neo’ presidente e c’è da scommettere che i veti delle scorse settimane non ci saranno o saranno meno perentori. Napolitano non ha ancora prestato giuramento ma chi ci ha parlato riferisce che vuole fare le cose bene ma senza perdere altro tempo.
Sono passati già due mesi dalle elezioni per cui lunedì prossimo farà sapere direttamente alle camere i suoi ‘orientamenti’. Cioè come intende muoversi e quali strade intende percorrere. La sua voglia dicono in molti è quella di provare a fare un governo politico, forte e saldo sulle gambeche possa durare almeno un anno, meglio due. Un governo di salvezza nazionale, per usare una formula che ben definisce quanto vicina al baratro sia finita la politica, stretta tra le proteste di piazza davanti alla Camera e lo sbriciolamento del partito di maggioranza.
Un sistema bloccato che il mondo intero osserva, senza capire i complessi meccanismi di una democrazia parlamentare inceppata da una legge elettorale, il porcellum, la cui riforma sarà al primo punto della lista di re Giorgio. Che Giuliano Amato goda della stima piena del presidente è cosa nota. Così come tutti sanno che il ‘ dottor sottile’ non piace a Lega e in particolare ai giovani del Pd.
Altri ‘rumors’ sostengono che Napolitano non intenda affatto buttare il lavoro dei dieci 'saggi' e - forse – potrebbe utilizzare anche alcune personalità, come Quagliariello, Violante e Moavero, per dare corpo ad un esecutivo meno politico ma decisamente più coeso. Certo è che la trattativa condotta da Bersani è stata avviata ieri. Immediatamente, subito dopo la clamorosa bocciatura di Prodi il segretario del Pd ha compreso che il suo partito non avrebbe retto nel segreto dell'urna a nessun altro nome che a quello di Napolitano. Così sono partite le telefonate. La prima vero il Colle e poi avuto il disco verde Bersani ha allargato il giro d'orizzonte e trovato i consensi.
Più difficile è stato garantire a Napolitano 'carta bianca' sulla formazione del nuovo governo. Naturale che il presidente abbia chiesto la garanzia di non ritrovarsi nella stessa situazione delle scorse settimane. Cioè in consultazioni di nuovo al buio con il rischio concreto di sentirsi riproporre una serie di sterili veti. Questa volta infatti è diverso e Grillo appare senza possibilitàdi equivoci. Il Pd non ha la forza di alzare la voce e il Pdl ha ottenuto molto di quello che voleva.
“Questa volta decido io”, avrebbe detto il Capo dello Stato prima di sciogliere la riserva a pochi minuti dal voto pomeridiano. “Mi auguro che tutti onorino i loro doveri istituzionali”, ha ribadito seccamente subito dopo la storica rielezione.