Berlusconi: a Napoli solo in video
ROMA – Una congiuntivite blocca il Cavaliere che comunque parteciperà all'appello finale in tv. Monti: “Il populismo approfitta della rabbia per voler sfasciare tutto”. Bersani: “Sono il figlio di un meccanico, non sono un miliardario”
Una congiuntivite blocca Silvio Berlusconi e lo costringe a saltare il comizio di chiusura a Napoli. I supporter si dovranno accontentare di un videomessaggio mentre il Cavaliere parteciperà questa sera all'appello finale in tv. Nonostante il problema di salute Berlusconi inveisce nuovamente contro Mario Monti e il centrosinistra. E’ colpa del Professore, accusa. se “i tedeschi sono entrati a gamba tesa” nella campagna elettorale italiana, perché “Monti li ha abituati male”.
Da Firenze, per la chiusura della campagna di Scelta Civica, Mario Monti risponde indirettamente incentrando tutto sulla “sfida tra populisti contro riformatori”. “Il populismo vorrebbe approfittare della rabbia delle persone per sfasciare tutto e chiudere il nostro Paese al mondo”, accusa il premier: “Questo ventennio perduto è il frutto di una classe inamovibile che ha scoraggiato tutto il Paese, soprattutto le forze più giovani”. Poi sulla lettera sull'Imu inviata dal Pdl: “Possiamo essere allettati dalla riduzione di una tassa, ma non ci possono essere vie di fuga personali”.
Rispondendo sul ‘rischio’ Grillo Monti osserva: “Il rischio Grecia ce lo avevamo nel novembre 2011 e siamo riusciti a sventarlo con tutta la comprensione e i sacrifici degli italiani. Sarebbe terribile ricascarci. Spero di no”. A queste dure critiche si aggiungono quelle di Pier Luigi Bersani. “Diversamente da quello che urla – afferma il segretario Pd - io guardo in faccia: ho guardato in faccia tre milioni di persone alle primarie, sono in mezzo alla strada, parlo con la gente”. “Ieri sera - racconta il leader del centrosinistra - ero in birreria e ho parlato con alcuni ragazzi e gli ho chiesto: 'Ma voi, avete mai parlato con Grillo?'. Mi hanno risposto di no. Io sono figlio di un meccanico - conclude - non sono un miliardario”.