Governo battuto
alla Camera
E scoppia il caos
Il governo è battuto alla camera sull’articolo uno del rendiconto generale dello Stato e in Aula scoppia il caos. “Dimissioni, dimissioni” è l’urlo che si alza dai banchi delle opposizioni. Non votano Tremonti e i Responsabili
Il governo è battuto alla camera sull’articolo uno del rendiconto generale dello Stato e in Aula scoppia il caos. “Dimissioni, dimissioni” è l’urlo che si alza dai banchi delle opposizioni. La maggioranza richiesta era di 291 voto ma finisce 290 pari.
Berlusconi scuro in volto è rimasto seduto ancora qualche minuto sui banchi del governo. Poi, dopo aver scambiato qualche parola con alcuni dei ministri presenti, si è alzato e ha lasciato e ha nervosamente lasciato l’emiciclo.
Una battuta d’arresto imprevista e dagli esiti imprevedibili per il cavaliere. Ad aggravare ulteriormente la situazione interna alla maggioranza un particolare tutt’altro che irrilevante: quel voto che è mancato è del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, rimasto in piedi all’ingresso dell’Aula, non ha partecipato alla votazione, scatenando l’ira dei parlamentari del Pdl. Anche i Responsabili si sono astenuti.
Dopo la bocciatura, Berlusconi si è chiuso a colloquio con Tremonti. All'incontro partecipano anche diversi esponenti della maggioranza, tra cui Bonaiuti, Cicchitto, Romano, Moffa, Lupi, Verdini, Fitto e Brambilla. Sicuramente dopo questo episodio i conti da regolare sono molti.
"Un governo bocciato sul consuntivo non può fare l'assestamento di bilancio e senza assestamento il governo non c'é più. Mi aspetto che Berlusconi ora si convinca ad andare al Quirinale - E' la richiesta avanzata da Pier Luigi Bersani - noi dell'opposizione oggi siamo stati molto abili se guardate l'andamento delle votazioni. Loro hanno dei problemi e se Berlusconi è arrivato in Aula è perché ha sottovalutato i suoi dimostrando di aver perso il polso della sua gente”.
Anche per Antonio Di Pietro questo “è un atto politico uguale alla sfiducia verso l'azione di governo e di maggioranza, è la dimostrazione che i conti non tornano, che il governo non ha la maggioranza nemmeno per il bilancio dello Stato. Anche nella prima Repubblica una bocciatura come questa avrebbe comportato che il governo andasse a rimettere il proprio mandato al Capo dello Stato. Berlusconi non lo farà mai e penso che stia allora al Capo dello Stato valutare autonomamente se ci sono le condizioni per andare a votare subito”.
Per il presidente della Camera e leader del Fli, Gianfranco Fini, “il voto dell'aula della Camera con cui è stato bocciato il primo articolo del rendiconto di bilancio dello Stato ha evidenti implicazioni di carattere politico. E' un fatto che non ha precedenti”.
Un particolare che fa notare anche Gian Luca Galletti dell'Udc: “è la prima volta dall'inizio della storia della Repubblica che il governo viene battuto in aula su un provvedimento del genere”.