17/08/2009
Afghanistan
minacce sul voto
Sale la tensione in Afghanistan. A pochi giorni dal voto, i talebani minacciano coloro che si recheranno alle urne. Karai resta il favorito, ma la vera incognita è la violenza
"Pronti ad attaccare i seggi elettorali". A pochi giorni dal voto in Afghanistan è alta la tensione. I talebani hanno dichiarato guerra al voto e spingono in tutti i modi per boicottare le presidenziali, utilizzando la strategia della violenza. Così, minacciano coloro che si recheranno al voto il prossimo 20 agosto: hanno fatto sapere di aver intenzione di attaccare i seggi elettorali durante le prossime presidenziali e, addirittura, di tagliare le dita a chi andrà a votare.
I VOLANTINI CON LE MINACCE. In questi giorni i seguaci del Mullah Omar hanno messo in circolazione dei volantini e manifesti con esplicite minacce di portare la violenza nei seggi. Nei volantini, comparsi in alcune province meridionali, si sostiene che gli elettori che si recheranno alle urne verranno considerati di fatto alleati del governo afghano e delle truppe straniere e quindi "nemici dell’Islam". I Taliban hanno inoltre annunciato che chiunque verrà sorpreso a partecipare alle elezioni, si verdà tagliato il dito macchiato di inchiostro.
DUE SOLDATI NATO UCCISI. Nelle ultime ore sono stati uccisi due militari della Nato, impegnati in operazioni dell'Isaf. Il primo soldato è morto per le ferite riportate in uno scoppio avvenuto il 13 agosto. Il ministero della difesa britannico da Londra ha fatto sapere che si tratta di un soldato del reggimento Royal Welsh. Per un simile attentato, ordigni rudimentali esplosi, realizzato ieri è deceduto il secondo militare. Dall'inizio di agosto a oggi sono 35 i membri dell'Isaf e della Nato hanno perso la vita in Afghanistan. Le vittime militari nel conflitto dal 2001 sono invece 1.312.
I CANDIDATI FAVORITI. Sono circa 40 i candidati, ma ormai appare chiaro che la volata verso il traguardo sarà un affare a due fra il presidente uscente Hamid Karzai e l'ex ministro degli Esteri, Abdullah Abdullah. Un sondaggio della ong statunitense Istituto repubblicano internazionale (Iri) ha mostrato che Karzai con il 44% delle preferenze è in vantaggio ma è ancora lontano da quel 50% che, secondo la legge elettorale afghana, gli permetterebbe di evitare il ballottaggio, mentre lo segue (con il 26%) un agguerrito Abdullah, dato in forte crescita.
GLI ELETTORI. Sono oltre 16 milioni gli elettori già registrati, su una popolazione di 28 milioni di abitanti, di cui il 41 per cento sono donne. Ma cresce l'incertezza su quanti si recheranno alle urne. Gli esperti locali affermano che un 40 per cento di votanti rappresenterebbe un grande successo. Mentre qualsiasi percentuale al di sotto del 30 sarebbe un segnale di disfatta, che indurrebbe a pensare che poco si è fatto sino ad ora per la ricostruzione di un Afghanistan allo stremo.
I VOLANTINI CON LE MINACCE. In questi giorni i seguaci del Mullah Omar hanno messo in circolazione dei volantini e manifesti con esplicite minacce di portare la violenza nei seggi. Nei volantini, comparsi in alcune province meridionali, si sostiene che gli elettori che si recheranno alle urne verranno considerati di fatto alleati del governo afghano e delle truppe straniere e quindi "nemici dell’Islam". I Taliban hanno inoltre annunciato che chiunque verrà sorpreso a partecipare alle elezioni, si verdà tagliato il dito macchiato di inchiostro.
DUE SOLDATI NATO UCCISI. Nelle ultime ore sono stati uccisi due militari della Nato, impegnati in operazioni dell'Isaf. Il primo soldato è morto per le ferite riportate in uno scoppio avvenuto il 13 agosto. Il ministero della difesa britannico da Londra ha fatto sapere che si tratta di un soldato del reggimento Royal Welsh. Per un simile attentato, ordigni rudimentali esplosi, realizzato ieri è deceduto il secondo militare. Dall'inizio di agosto a oggi sono 35 i membri dell'Isaf e della Nato hanno perso la vita in Afghanistan. Le vittime militari nel conflitto dal 2001 sono invece 1.312.
I CANDIDATI FAVORITI. Sono circa 40 i candidati, ma ormai appare chiaro che la volata verso il traguardo sarà un affare a due fra il presidente uscente Hamid Karzai e l'ex ministro degli Esteri, Abdullah Abdullah. Un sondaggio della ong statunitense Istituto repubblicano internazionale (Iri) ha mostrato che Karzai con il 44% delle preferenze è in vantaggio ma è ancora lontano da quel 50% che, secondo la legge elettorale afghana, gli permetterebbe di evitare il ballottaggio, mentre lo segue (con il 26%) un agguerrito Abdullah, dato in forte crescita.
GLI ELETTORI. Sono oltre 16 milioni gli elettori già registrati, su una popolazione di 28 milioni di abitanti, di cui il 41 per cento sono donne. Ma cresce l'incertezza su quanti si recheranno alle urne. Gli esperti locali affermano che un 40 per cento di votanti rappresenterebbe un grande successo. Mentre qualsiasi percentuale al di sotto del 30 sarebbe un segnale di disfatta, che indurrebbe a pensare che poco si è fatto sino ad ora per la ricostruzione di un Afghanistan allo stremo.