Napolitano scioglie le Camere
"La strada era segnata"
ROMA - ''Ho appena firmato il decreto di scioglimento delle Camere, conclusione prevista e già segnata dai fatti''. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al termine delle consultazioni. Si conclude così, come previsto, questa giornata che di fatto apre ufficialmente la campagna elettorale
''Ho appena firmato il decreto di scioglimento delle Camere, conclusione prevista e già segnata dai fatti''. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al termine delle consultazioni. Si conclude così, come previsto, questa giornata che di fatto apre ufficialmente la campagna elettorale che porterà alla XVII legislatura.
"Non esisteva alcuno spazio per sviluppi in sede parlamentare - ha detto il Presidente nel corso delle sue comunicazioni alla stampa - Anche per la semplicissima ragione che da un lato avevamo davanti solo il tempo minimo per approvare la legge di stabilità e il bilancio ed evitare esercizio provvisorio, dall'altro ci avviavamo alla data di metà febbraio per lo scioglimento della legislatura in quanto scadevano i 5 anni.
Consultazioni lampo quelle di oggi. I primi a salire al Colle questa mattina sono stati i due capigruppo del Pdl al Senato e alla Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto. "Abbiamo sottolineato al presidente come andando a elezioni con un governo non eletto ma tecnico Mario Monti dovrà tenere la sua collocazione fuori dalle parti in questa campagna elettorale”, ha dichiarato Cicchitto. Concetto ribadito anche dal capogruppo al Senato Pdl Maurizio Gasparri: “Abbiamo espresso al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l'auspicio che durante la campagna elettorale il premier Mario Monti mantenga il suo profilo tecnico di neutralità e terzietà”. Insomma per il Pdl Monti non deve candidarsi.
E’ stata poi la volta del Partito Democratico. Per il capogruppo alla Camera Dario Franceschini “si è chiusa la fase del governo tecnico, si va alle elezioni e la sovranità torna al popolo. Noi siamo consapevoli che l'Italia merita ora un seconda fase, fatta di politiche progressiste e riformiste”. Franceschini ha aggiunto che “ora deve passare un principio molto semplice: chi ha di più deve mettere di più; chi di meno deve mettere di meno”. Infine ha ringraziato Monti "per aver messo la sua credibilità internazionale al servizio del Paese”.
Grande la soddisfazione della Lega Nord: "Finalmente si vota", dice il capogruppo alla Camera Gianpaolo Dozzo: "Le dimissioni di Monti sono una buona notizia per Natale, perché il suo governo ha causato parecchi problemi al Paese. In tutto questo siamo stati all'opposizione per un anno".
Molto preoccupato invece si dice il presidente dei senatori dell'Idv, Felice Belisario che a Napolitano ha espresso i timori "per i referendum sul lavoro e sulla casta" e ha chiesto a Napolitano di "salvare le firme fin qui raccolte".
Chi vuole continuare l’esperienza del governo Monti è, come noto, l’Udc di Casini: “Per non vanificare gli sforzi degli italiani e le riforme fatte bisogna continuare con forza il lavoro fatto dal governo Monti”, ha detto il capogruppo dell'Udc alla Camera, Gian Luca Galletti che ha anche espresso al Capo dello Stato "soddisfazione per il lavoro del governo, che noi abbiamo contribuito in maniera determinante a sostenere”. Il leader del partito, Casini, rispondendo a Napoli alle domande dei giornalisti sull’eventuale candidatura di Monti ha detto che “è chiaro che la candidatura di Monti darebbe una grande autorevolezza alla nostra proposta politica, ma noi rispetteremo le scelte del presidente del Consiglio qualunque esse siano”.
Le consultazioni, molto veloci, si dovrebbero concludere a breve e già nel pomeriggio il presidente Napolitano potrebbe firmare il decreto di scioglimento delle camere.