Copenhagen
rush finale
Al summit arrivano i leader mondiali. Ma Pechino gela le speranze e suggerisce e di siglare il vertice con una "breve dichiarazione politica di qualche genere"
Dozzine di capi di stato e di governo sono in arrivo a Copenhagen, per decidere quanto impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico. Nelle prossime ore, mentre le delegazioni dei 192 Paesi affrontano la fase finale dei negoziati, sono attesi i potenti del mondo: il premier britannico, Gordon Brown, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il capo di Stato francese, Nicolas Sarkozy, e il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad.
Si avvia dunque l'ultima fase dei lavori di un vertice che, come molti temono, si chiuderà con un nulla di fatto.
Cattive notizie arriva dal versante cinese. Il colosso asiatico- secondo un funzionario cinese- ha detto ai partecipanti al summit sul clima di non vedere alcuna possibilita' di raggiungere un accordo operativo in questa settimana; e ha suggerito di siglare il vertice con una "breve dichiarazione politica di qualche genere". Mentre i negoziati al vertice di Copenaghen arrancano con pochi progressi, la Cina sembra aver gia' gettato la spugna ed escludere la possibilita' di un'intesa. Nel rush finale del vertice, mentre arrivano i capi di Stato e di governo per cercare di siglare un nuovo patto sul taglio delle emissioni che provocano l'effetto serra, una fonte anonima ma che partecipa ai negoziati ha rivelato la nuova posizione di Pechino. Ma i negoziati continuano, con la speranza di un colpo di scena e di ottenere in due giorni quello che non si e' risolto in due anni.
La notizia deve essere confermata ufficialmente e qualche schiarita si avra' oggi, quando a meta' giornata e' prevista la conferenza stampa del premier cinese, Wen Jiabao arrivato ieri a Copenaghen e che mercoledi' aveva detto che la sua presenza e' un segno dell'importanza che Pechino attribuisce al summit. E domani sbarchera' nella capitale danese anche l'altro grande protagonista, il presidente Usa, Barack Obama, che partira' nella notte da Washington. Al lavoro per cercare di arrivare a un risultato positivo, Obama ha parlato nelle ultime ore al telefono con il suo omologo brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che interverra' oggi dinanzi al plenum.
Ma lo scetticismo e' ormai palpabile: i Paesi in via di sviluppo, guidati dalla Cina, hanno tra l'altro accusato la Danimarca di mancanza di trasparenza per aver utilizzato un linguaggio per l'accordo senza aver consultato tutte le parti in causa.