"Contro la mafia
meno tv e più fatti"
Il ministro della Giustizia: "Si può battere e vincere la mafia senza andare in tv o fare convegni. Anzi, lavorando di più in Procura e senza la luce delle telecamere, si arresta qualche latitante in più"
La mafia "si può combattere senza andare in tv o a fare convegni". Il ministro della Giustizia Angelino Alfano si rivolge ai magistrati, intervenendo alla conferenza stampa al Senato con il ministro dell'Interno Roberto Maroni e i leader del Pdl, per illustrare i risultati del governo Berlusconi nella lotta alla criminalità organizzata.
"Lavorando di più in procura e senza le luci delle telecamere - ha affermato Alfano - si arresta qualche latitante in più, quindi con qualche convegno in meno e qualche latitante in più si fa il bene del Paese".
Il guardasigilli ha reso ringraziato ilprocuratore capo di Palermo Messineo per i recenti arresti di importanti latitanti, tra cui quello di Gaetano Fidanzati "che ha consentito di decapitare la mafia palermitana e che ha dato l’idea di un qualcosa che viene troppo spesso trascurata: si può battere e vincere la mafia senza fare il giro di tutte le televisioni nazionali, si può combattere e vincere la mafia senza fare convegni".
Poi ha elogiato il Governo per i risultati ottenuti nella lotta alla mafia: "La mafia è già in ginocchio: i leader storici di Cosa Nostra sono decaduti e sono in carcere,in 41 bis. Poichè è in ginocchio, il nostro obiettivo è stenderla a terra e liberarci della mafia al più presto possibile".
Il Guardasigilli ha sottolineato l'importanza dell'"antimafia delle leggi e dei fatti" che hanno consentito, al Governo Berlusconi, di arrivare a "grandi risultati", sul fronte di "arresti, sequestri e confische di beni" ai danni di Cosa Nostra. "Tutto ciò dà il senso dell'unità dello Stato" nella lotta alla mafia per cui "Governo, Magistratura e forze dell'ordine giocano in un'unica squadra".
E sulla confisca dei beni ai mafiosi interviene il ministro dell'Interno Roberto Maroni, rispondendo alle critiche sulla decisione di mettere all'asta i beni sequestrati alla criminalità. "Credo che sarebbe utile la creazione di una vera e propria agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata". "L'agenzia - ha spiegato Maroni - potrebbe velocizzare le procedure di confisca e utilizzare meglio i beni confiscati, anche precedendone la vendita e prendendo tutte le precauzioni perché non possano tornare nelle mani dei boss".
Polemico il Pd, con il capogruppo alla commissione parlamentare antimafia Laura Garavini, che critica lo scudo fiscale messo in atto dal Governo. "Un Governo che regala uno scudo fiscale alle mafia, vieta le intercettazioni , necessarie alla lotta alla criminalità organizzata, distrugge la legge sulla confisca dei beni..."- afferma la Garavini- "non è un governo contro le mafie, ma un governo che con le sue politiche aiuta le mafie".