L'Italia che sarà
c'è già, è Mazara
"Anche noi abbiamo come tutti gli altri il dovere di verificare se tra quelli che vengono respinti ci siano persone che hanno il diritto di richiedere asilo", afferma Fini
"Anche noi abbiamo come tutti gli altri il dovere di verificare se tra quelli che vengono respinti ci siano persone che hanno il diritto di richiedere asilo", sebbene "respingere l'immigrato clandestino non viola il diritto internazionale". Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini attacca la linea dura del governo sulla questione dei "respingimenti legali". Secondo Fini l'argomento "è cosi delicato da non poter essere affrontato in maniera superficiale o, peggio ancora, propagandista. Un conto - sottolinea - è l'immigrato clandestino, mentre un altro conto è chi gode della possibilità di chiedere asilo. Si tratta di due posizioni che non possono essere trattate allo stesso modo". Gli fa eco il Consiglio d'Europa, reputando triste la politica introdotta dall'Italia di respingere i clandestini senza nemmeno aver verificato il loro status, violando così il diritto di ogni umano ad ottenere asilo politico. "Spero che l'Italia non vada avanti con questa politica", ha affermato il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Thomas Hammarberg.
Gianfranco Fini dissente dalla linea del al Premier anche sul tema di una società multietnica. Il Presidente della Camera osserva "non credo abbia molto senso dire che si voglia o meno una società multietnica: è una questione demografica. In Italia e nel resto della Ue, il numero degli stranieri è aumentato, ed è destinato a salire ancora per ragioni demografiche. Per questo - continua Fini - una politica lungimirante in tema di immigrazione deve basarsi certamente su una garanzia di sicurezza e legalità, ma anche su una forte cooperazione internazionale".
E la società civile concorda sulla tesi di un'Italia multietnica. Parla Domenico Mogavero, presule della città siciliana in cui gli immigrati sono arrivati alla terza generazione e vescovo di una città ormai da anni multietnica, Mazara del Vallo, nel trapanese. La sua testimonianza è significativa. Monsignor Mogavero da sempre, ha difeso ed è stato vicino a tutte le etnie presenti nel piccolo centro trapanese. Racconta l'esperienza di un popolo accogliente: "gli immigrati li riconosciamo come persone con una propria dignità, li accettiamo nella loro diversità, promuoviamo
l'uguaglianza e respingiamo fermamente dichiarazioni di tipo
razzistico da qualunque parte esse vengano". In questa cittadina riescono, infatti, a convivere pacificamente tunisini, slavi, marocchini, cinesi e in numeri esigui anche stranieri dell'est.
Alcune famiglie grazie a un progetto della "fondazione San Vito onlus" hanno avuto accesso ai mutui a tasso agevolato per l'acquisto della casa ma anche a microcrediti. In città, all'interno del "villaggio della solidarieta'" i ragazzi e le donne mazaresi condividono spazi e attività con gli
stranieri.