Il giorno
della collera
In Libia la situazione si fa sempre più tesa. Sono almeno 9 i morti di una giornata di scontri. Il vento della ribellione sembra non volersi più fermare. 4 sono i morti in Bahrein, scontri e feriti nello Yemen, situazione molto tesa in Algeria
In Libia la situazione si fa sempre più tesa. Sono almeno 9 i morti di una giornata di scontri, sull'onda di quanto è avvenuto in altri paesi del Maghreb.
Nell'est del Paese, ad Al Beida, terza città della Libia, dimostranti e forze dell'ordine si sono fronteggiati anche nel corso della notte e secondo alcuni testimoni, sono stati utilizzati anche degli elicotteri, che avrebbero aperto il fuoco contro le persone scese in piazza, ma al momento non ci sono notizie ufficiali.
E anche stavolta il presidente degli Stati Uniti si è schierato con i manifestanti. Obama ha esortato la Libia a rispondere alle aspirazione del suo popolo. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, ha ricordato che "i Paesi della regione stanno affrontando le stesse difficoltà in fatto di democrazia, aspirazioni popolari e bisogno di riforme". "Noi - ha aggiunto - incoraggiamo questi paesi ad adottare misure specifiche che rispondano alle aspirazioni, ai bisogni e alle speranza dei loro popoli. La Libia appartiene senza alcun dubbio a questa categoria".
E l’onda del dissenso viaggia veloce verso est. In Bahrein sono già almeno 4 i morti dopo gli scontri della notte nella capitale Manama. La piazza principale sarebbe presidiata dai dimostranti a favore del governo, che sarebbero stati attaccati dai manifestanti. "L'attacco è stata una decisione sbagliata, che avrà ripercussioni catastrofiche sulla stabilità del Bahrein", ha dichiarato il capo del movimento politico al-Wefaq, all'opposizione.
E nello Yemen cinque persone sono rimaste ferite negli scontri tra manifestanti dell'opposizione e forze governative.