La resa dei conti
A Tolosa attacco all’appartamento dove il killer qaedista, per 24 ore è riuscito a dare scacco alle forze di sicurezza francesi
Tre forti esplosioni sono echeggiate nei pressi del rifugio di Mohamed Merah. Granate stordenti per aumentare la pressione sul terrorista sotto assedio, che per 24 ore è riuscito a dare scacco alle forze di sicurezza francesi. La porta dell’appartamento nel quale si trova il terrorista è saltata, ma nessun blitz è in atto. A Tolosa e in tutta la Francia sarà una lunga notte mentre Mohamed Merah, attende nel buio.
L’orrendo film pare ormai arrivato alla fine. La folle corsa del piccolo criminale, disadattato e fallito si è di fatto conclusa ed è costata sangue. Le rapine, le aggressioni, il rifiuto della Legione straniera e la decisione di abbracciare la Jihad, la guerra santa. Qualche soggiorno nei campi mujaheddin, nelle aree tribali, al confine tra Afghanistan e Pakistan, fino al primo arresto a Kandahar, avvenuto indecorosamente per reati comuni.
Erano giorni - troppi, dicono in Francia - che un esercito di investigatori era sulle sue tracce. Da quando, ha detto il procuratore Francois Molins, gli esperti erano finalmente riuscire a setacciare gli indirizzi dei computer che avevano risposto all'annuncio della rivista on line di scambi tra privati, il “Boin coin”. Uno di quelli era quello della madre di Mohamed, che abita al Mirail, la periferia più violenta di Tolosa. Da lì, il figlio aveva attirato – con l'offerta di comprargli la moto - un militare della caserma del locale reggimento di parà, freddandolo poi a bruciapelo e a tradimento, “una morte alla quale non era preparato”, come ha detto oggi il presidente Sarkozy.
Da sabato, gli inquirenti sapevano. Hanno atteso, probabilmente per essere sicuri, certamente troppo, perchè lunedì Mohamed massacra in una scuola 3 bambini e un rabbino. “Stava per agire di nuovo”, rivela Claude Gueant, ministro dell'Interno, che parla di “due militari e un agente” già nel mirino del giovane jihadista. Il resto, lo hanno fatto alcuni sbagli grossolani del killer e qualche intercettazione telefonica.
Nell’offensiva, nel quartiere del Cote Paveè, tre teste di cuoio restano ferite. Bisogna cambiare tattica. Cominciano le trattative con un walkie-talkie che il killer ha ottenuto in cambio di una pistola lanciata dalla finestra. Merah rivendica la sua appartenenza ad Al Qaida, e fa sapere di avere voluto vendicare i bambini di Gaza e di pentirsi soltanto di non aver versato abbastanza sangue.
Al momento, il profilo del killer resta piuttosto misterioso. Freddo e calcolatore, terrorista spietato e pronto a tutto, legato davvero ad Al Qaida, oppure mitomane o cellula solitaria impazzita con l'unico obiettivo di farsi notare. Soltanto la sua cattura - Sarkozy ha posto come priorità di “prenderlo vivo”, potrà risolvere il mistero. clicky.init(191902); // ]]>