Carmela, 55 anni
precaria
I precari della scuola si fanno sentire, ma resta il silenzio del Governo. Da Nord a Sud si alza forte la voce di chi chiede una stabilizzazione, che si allontana con la riforma Gelmini
Continua la lotta dei precari della scuola contro i tagli previsti dalla riforma Gelmini. Il simbolo della protesta è un insegnante palermitano, Giacomo Russo, che dal capoluogo siciliano, si è trasferito in presidio a Roma davanti a Montecitorio.
Una protesta estrema, che ha portato Russo in ospedale a causa del grave stato di disidratazione riscontrato dal medico.
"Il precariato non è una condizione normale. In un paese normale il precariato non dovrebbe esistere, soprattutto quando si parla di scuola", ha affermato Russo intervistato ieri sera dal nostro Pier Damiani D'Agata, a Linea Notte.
E dormirà in macchina e farà lo sciopero della fame, fino a quando non otterrà un
incarico da qualche scuola elementare, Maria Carmela Salvo, 55 anni, originaria di Palermo, da cinque docente precaria in provincia di Pordenone.
Stamani la donna ha parcheggiato la sua utilitaria nella piazza di Maniago (Pordenone), cittadina nella quale ha insegnato negli ultimi anni, e ha assicurato che non si muoverà fino a quando non avrà una cattedra.
"La scuola è diventata una macelleria di precari - ha detto - e la riforma Gelmini la sta distruggendo. A 55 anni non sono ancora riuscita a diventare di ruolo e la contrazione delle cattedre ha impedito che ottenessi un incarico annuale. Non mi resta che lo sciopero della fame e dormire in auto. Starò qui almeno fino al 13 settembre, giorno di inizio delle lezioni, quando spero che qualche scuola mi chiami per supplenze brevi".
Insieme alla donna, oltre a un gruppo di colleghi precari e rappresentanti sindacali, c'è il marito, anch'egli disoccupato.
"La mia più grande vergogna - ha spiegato la maestra - è stata quando, due anni fa, mia figlia, anche lei precaria in un call center, mi ha pagato il biglietto dell'aereo per tornare in Friuli a insegnare".
Intanto continua il silenzio del ministro Gelmini. E il sindacato della scuola Rdb/Usb Scuola considera "vergognoso il silenzio del ministro Gelmini la quale, nonostante questo sia il secondo digiuno in due anni attuato dai lavoratori palermitani, non ha accennato nemmeno un invito a terminare la protesta" e si rivolge pertanto a tutte le forze sindacali e politiche, "affinché si facciano carico delle istanze del mondo della scuola attraverso mobilitazioni costanti ed articolate in tutto il paese, in modo di rendere di nuovo centrale il valore costituzionale del diritto allo studio".