Alfano e Maroni
a Reggio
Alfano e Maroni saranno nel pomeriggio a Reggio Calabria per fare il punto sulla situazione, dopo l'attentato di domenica e il nuovo ordigno ritrovato questa mattina nell'aula bunker
Alta tensione a Reggio Calabria dopo il rinvenimento di un nuovo ordigno esplosivo nell'aula bunker del tribunale. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe solo di un ordigno lanciato nella notte di Capodanno. "Sicuramente - ha spiegato il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatore - non ha alcuna valenza offensiva. Non sembra proprio un avvertimento o un segnale particolare". L'ordigno è stato disinnescato.
Ma l'aula bunker dove è stato rinvenuto il petardo era chiusa dal 23 dicembre, quindi resta da capire come sia stato possibile collocare l'ordigno. Le telecamere di sorveglianza dovrebbero aver ripreso la scena. Gli investigatori sono prudenti: "Si tratta di un petardo ma non è una ragazzata. Era un ordigno ben confezionato, con ovatta schiacciata dentro, in modo che la miccia non si potesse scollegare, e ben nastrato".
Dopo la bomba di domenica mattina posizionata davanti all'ingresso dell'ufficio del Giudice di pace di Reggio Calabria, oggi si attende la visita dei ministri Maroni e Alfano per un supervertice alla procura calabrese. I due esponenti del governo presiederanno una riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia per fare il punto sulla situazione. All’incontro ci saranno anche il capo della Polizia, Antonio Manganelli, ed i comandanti generali dei carabinieri e della guardia di finanza, Leonardo Gallitelli e Cosimo D’Arrigo. L’incontro, cui seguirà una conferenza stampa, sarà anche l’occasione per Maroni e Alfano per illustrare i provvedimenti che il Governo vuole adottare per affrontare l’emergenza criminalità a Reggio Calabria.
Lo scopo è quello di un potenziamento di uomini e mezzi per le forze dell’ordine e per la magistratura reggina. In quest’ultimo caso, in particolare, si tratta dell’invio alla Procura della Repubblica ed alla Procura generale di tre nuovi magistrati.
Sull’attentato di Reggio Calabria si è fatta sentire ieri la voce del Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. "E' necessario che lo Stato dia un segnale forte di presenza in Calabria, come è stato presente in Sicilia. La situazione generale in Calabria è forse come quella di 50 anni fa in Sicilia. Il punto di partenza essenziale è quello delle indagini e ci sono già eccellenti investigatori nella regione. Bisogna incrementare le forze nel numero per continuare su questa strada".
Numerose le iniziative in programma oggi per dire no alla 'ndrangheta. Nel pomeriggio, infatti, dopo le manifestazioni spontanee dei giorni scorsi, tra cui quella promossa da Libera, è in programma la fiaccolata organizzata da Cgil, Cisl e Uil, che hanno sollecitato la partecipazione dei cittadini, delle associazioni, dei partiti e delle istituzioni a sostegno del cambiamento e della legalità nel territorio reggino di fronte gli uffici della Procura generale".