Regione Lazio: Monti: "Situazione inaccettabile"
Il Pd: "Consiglio per sfiducia a Polverini"
ROMA - Nessuna solidarietà istituzionale, anzi condanna dell'accaduto da parte del premier. Questo il risultato dell'incontro tra la Polverini e Monti. Tenuta della giunta a rischio dopo le dimissioni in massa dei consiglieri dell'opposizione. La posizione dell'Udc sarà decisiva
E' durato circa 20 minuti il dialogo di ieri sera fra Mario Monti e Renata Polverini. Nessuna solidarietà istituzionale, anzi condanna dell'accaduto da parte del premier. La governatrice, a un passo dalle dimissioni, sarebbe stata convinta a restare da una telefonata di Silvio Berlusconi. Ma la tenuta della giunta è a rischio dopo le dimissioni in massa dei consiglieri dell'opposizione. A questo si aggiunge il colpo a sorpresa arrivato ieri in serata a sorpresa dal centrodestra ad opera del sindaco di Roma Alemanno che appena tre giorni fa l'aveva sollecitata a non lasciare e ora la scarica senza tanti complimenti.
Fondamentale sarà la decisione di quelli dell'Udc, partito che in Regione è in maggioranza e che finora hanno sostenuto la Polverini. I centristi, stretti tra la condanna morale della Chiesa agli sprechi e la fedeltà alla presidente, sono l'ago della bilancia. "Io non mi permetto di dare nessun consiglio - aveva detto Casini - Il Pd sta solo strumentalizzando la polemica, si sono accorti solo ora degli sprechi?".
Sul fronte dell'inchiesta intanto, Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl, sarà interrogato questa mattina a Viterbo come "testimone per reati connessi" in merito ad un gioco di fatture gonfiate. Ieri, in un'intervista televisiva, Fiorito si è discolpato dicendo "Non sono un ladro, ho solo gestito tanto denaro con leggerezza".