L'Europa
si spacca
Il no di David Cameron fa sfumare l'accordo a 27. "Londra è causa delle due velocità", rimprovera Sarkozy. Cameron: "scelta difficile, ma l'intesa non ci interessa". Cosa prevede l'accordo
E’ rottura tra Europa e Gran Bretagna. Dopo una notte passata a cercare di convincere il premier britannico David Cameron, Sarkozy si è dovuto arrendere all'idea di un accordo tra i 27 Paesi dell'Ue sulle misure da adottare per salvare l'Europa. Si procederà invece su un patto tra i 17 Stati che adottano l'Euro come moneta unica, e altri 6 che fanno solo parte dell’Unione. Fuori Gran Bretagna e Ungheria.
“Se oggi è nata un'Europa a due velocità è colpa della Gran Bretagna”, ha dichiarato stizzito il premier francese Sarkozy. “Non è stato possibile procedere a 27 - ha poi aggiunto - e quindi abbiamo deciso di andare avanti con un accordo intergovernativo tra i 17 Paesi della zona euro aperto a chi vi vorrà partecipare". Risponde a stretto giro il premier David Cameron, spiegando la sua posizione: "noi non rinunceremo mai alla nostra sovranità - ha detto - Se non si riescono a contenere gli eccessi all'interno di un trattato, meglio restarne fuori". Cameron ha parlato di una "decisione difficile ma buona" in cui gli interessi del suo Paese sono stati tutelati.
Ma vediamo cosa c’è nelle misure. Un primo accordo prevede di arrivare a una "unione di bilancio", mettendo vincoli più stretti e puntando a un "sostanziale pareggio" come regola base dei bilanci degli Stati. E' possibile uno sforamento strutturale massimo pari allo 0,5% del Pil, lasciando la possibilità di aggiustamenti del deficit a fronte di cicli economici sfavorevoli o eccezionali circostanze economiche. Per chi dovesse sforare o contravvenire alle regole fissate, verranno applicate sanzioni automatiche.
Inoltre gli Stati dell'Eurozona e altri stati Ue puntano ad aumentare la disponibilità del Fondo Monetario Internazionale per 200 miliardi. E nel frattempo sarà la Banca Centrale Europea ad amministrare il fondo Salva Stati, col nuovo Esm (Meccanismo di stabilità europeo), che dovrà essere attivo già dal luglio 2012.
Queste misure saranno rese giuridicamente vincolanti per mezzo di un accordo internazionale "che dovrebbe essere firmato a marzo o ad una data precedente", si legge in una nota. I provvedimenti saranno firmati da tutti i 17 stati membri della zona euro, più Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania. La Repubblica Ceca e la Svezia devono consultare i loro parlamenti prima di decidere.