Governo sul filo
del rasoio
Resta solo un giorno di tempo per rispondere alle richieste dell'Europa. L'ipotesi che era circolata ieri di una seria riforma delle pensioni, al pari degli altri Paesi europei, salta a causa del veto posto da Umberto Bossi che continua a dire: "le pensioni non si toccano"
Resta solo un giorno di tempo per rispondere alle richieste dell'Europa. Ma all'indomani dal Consiglio dei ministri straordinario, che avrebbe dovuto gettare le basi sul decreto sviluppo, non c'è ancora niente di concreto da presentare mercoledì all'Unione per convincere che l'Italia non è paragonabile alla Grecia.
L'ipotesi che era circolata ieri di una seria riforma delle pensioni, al pari degli altri Paesi europei, salta a causa del veto posto da Umberto Bossi che continua a dire: "le pensioni non si toccano". E anche l’ipotesi dei 12 condoni, ventilata ieri, cade nel vuoto. Così il premier Silvio Berlusconi potrebbe ripiegare su una soluzione di compromesso nella speranza che la Lega apra almeno all'ipotesi di un impegno a modificare l'attuale sistema pensionistico. Una idea è quella di inviare un documento di indirizzo.
In questa situazione di stallo però, il premier è salito al Quirinale per esporre al Capo dello Stato i dubbi e i niet del Carroccio. Per la prima volta Berlusconi non avrebbe fatto mistero delle difficoltà che sta avendo nella maggioranza. Per tale ragione, secondo indiscrezioni, si sarebbe ventilata l'ipotesi di un passo indietro da parte del cavaliere di un governo tecnico, con la stessa maggioranza allargata all'Udc.
E sono circolati anche dei nomi: Gianni Letta, fidatissimo del premier e uomo che raccoglie l'apprezzamento bipartisan, e quello dell'attuale presidente del Senato Renato Schifani. Solo delle possibilità. Il Cavaliere, da inguaribile ottimista, è ancora convinto di poter trovare un'intesa su un pacchetto 'soft' di misure sulle pensioni, magari prendendo come base lo 'scalone' di Maroni. Ma all'Europa non basterà.
Sulle pensioni anche i sindacati si stanno compattando. Proprio questa mattina Raffaele Bonanni, leader della Cisl, si è detto “decisamente contrario” a interventi in questa direzione e torna a chiedere la patrimoniale: “il governo dia l’esempio. Chi ha di più metta a disposizione quello che ha".