Corte Ue
“No al reato
di clandestinità”
Secondo una sentenza della Corte europea il reato non è punibile con la reclusione. La norma italiana è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri dei clandestini perché “può compromettere la realizzazione dell’obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali”
La Corte di giustizia della Ue ha bocciato la norma italiana che prevede il reato di clandestinità, specificando che non è punibile con la reclusione.
"La direttiva sul rimpatrio dei migranti irregolari - si legge nella sentenza - osta a una normativa nazionale che punisce con la reclusione il cittadino di un paese terzo in soggiorno irregolare che non si sia conformato a un ordine di lasciare il territorio nazionale".
La norma è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri dei clandestini perché “può compromettere la realizzazione dell’obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali”.
La sentenza si riferisce a un cittadino di un paese extra europeo che era entrato illegalmente in Italia ed era stato trovato sprovvisto di documenti. Dopo che l'uomo non aveva adempito all’ordine di lasciare l'Italia, era stato condannato dal Tribunale di Trento ad un anno di reclusione. Ma alla luce di questa sentenza, il giudice nazionale "dovrà disapplicare ogni disposizione nazionale contraria al risultato della direttiva (segnatamente, la disposizione che prevede la pena della reclusione da uno a quattro anni) e tenere conto del principio dell'applicazione retroattiva della pena più mite, il quale fa parte delle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri".