"Nella Costituzione
le garanzie per il
giusto processo"
Napolitano: “Nella Costituzione e nella legge possono trovarsi i riferimenti di principio e i canali normativi e procedurali per far valere insieme le ragioni della legalità nel loro necessario rigore e le garanzie del giusto processo"
“Nella Costituzione e nella legge possono trovarsi i riferimenti di principio e i canali normativi e procedurali per far valere insieme le ragioni della legalità nel loro necessario rigore e le garanzie del giusto processo. Fuori di questo quadro, ci sono solo le tentazioni di conflitti istituzionali e di strappi mediatici che non possono condurre, per nessuno, a conclusioni di verità e di giustizia".
Queste parole sono una parte del testo diffuso dal Quirinale dopo l’incontro, avvenuto questa mattina, tra Giorgio Napolitano e il comitato di presidenza del Csm. Parole precise che non lasciano spazio ad altre interpretazioni.
Tutto questo prima dell’incontro previsto nel pomeriggio tra il Presidente e il Premier e nel giorno della una lunga intervista che Berlusconi ha rilasciato a Giuliano Ferrara e pubblicata su “Il Foglio”.
La strategia del cavaliere e dei suoi collaboratori è chiara, rispondere ai presunti attacchi della magistratura attraverso giornali e tv di famiglia o a loro “vicini”.
“Io pecco, ma contro di me c'è un golpe. La strategia del cavaliere e dei suoi collaboratori è chiara, rispondere ai presunti attacchi della magistratura attraverso giornali e tv di famiglia o a loro “vicini”.
"Chi, come voi dite, predica una Repubblica della virtù, con toni puritani e giacobini, ha in mente una democrazia autoritaria, il contrario di un sistema fondato sulla libertà, sulla tolleranza, su una vera coscienza morale pubblica e privata", ha detto il premier.
Il Cavaliere aggiunge: "Io, qualche volta, sono come tutti anche un peccatore, ma la giustizia moraleggiante che viene agitata contro di me è fatta per "andare oltre" me, come ha detto il professor Zagrebelsky al Palasharp. È fatta per mandare al potere attraverso un uso antigiuridico del diritto e della legalità, l'idea di cultura, di civiltà e di vita, di una élite che si crede senza peccato, il che è semplicemente scandaloso, è illiberalità allo stato puro".
Poi l'accusa ai giudici: "Come è avvenuto a Milano, scelgono insieme i tempi e i modi per trasformare in scandalo internazionale inchieste farsesche e degne della caccia spionistica alle "vite degli altri" che si faceva nella Germania comunista".
Il cavaliere rilancia poi sull'immunità parlamentare. Consapevole che l'argomento piace poco agli italiani, si limita a lodare i padri costituenti che "saggiamente" avevano stabilito un "filtro" tra i poteri.
Ma non solo. Sempre nella giornata di ieri, parlando con alcuni presidenti di Regioni e Province del Pdl, il premier è stato categorico: "Gli esponenti dell'Udc devono uscire da tutte le giunte che governiamo noi".
Secondo indiscrezioni il premier avrebbe: "Ho tollerato ogni tipo di attacco politico, ma ora gli attacchi sul piano personale e privato non posso davvero sopportarli più". Fuori i centristi, dunque.
“Da Berlusconi parole eversive, ci stiamo avvicinando alla soglia di guardia. Se nella maggioranza qualcuno ha a cuore le sorti del Paese dica qualcosa”. A parlare così e il leader del Pd Pierluigi Bersani che continua: “E' dovere delle opposizioni costruire un'iniziativa unitaria”. Secco Di Pietro: “ancora una volta Berlusconi vuole buttare in politica i suoi problemi personali”. Per Casini invece, invitato a togliere il disturbo da tutte le giunte condivise con il Pdl “ogni soluzione è preferibile a questa situazione, anche il voto anticipato”.