Guerra a Emergency
Arrestati tre operatori sanitari italiani di Emergency, in Afghanistan. Gli 007 afghani: complottavano per uccidere un interprete. Hanno confessato. Oggi il dietrofront del governo afgano: indagini in corso, nessuna ipotesi
Primo stop nella vicenda che riguarda i tre operatori di Emergency (Matteo Dell'Aira, coordinatore medico dell'ospedale di Emergency a Laktar, il medico bresciano Marco Garatti e il tecnico della logistica Matteo Pagani) fermati, con altre sei persone, a Lashkar Gah in Afghanistan con l'accusa di aver partecipato a un complotto per uccidere Goulab Mangal, Governatore della provincia di Helmand.
Questa mattina Daoud Ahmadi aveva corretto alcuni passaggi delle dichiarazioni fatte ieri al quotidiano britannico The Times sulla presunta confessione dei tre italiani di Emergency. "Non ho mai accusato gli italiani di Emergency di essere in combutta con Al Qaeda. Ho solo detto che Marco (il chirurgo dell'ong, ndr) stava collaborando e rispondendo alle domande", ha spiegato in una dichiarazione al Giornale di Feltri.
Ma il giallo si infittisce. Nel giorno dell'arresto, Ahmadi aveva detto che le armi trovate nell'ospedale di Emergency servivano per un complotto pro-talebani teso a uccidere il governatore Goulab Mangal. Poi era arrivata la notizia della presunta confessione dei tre italiani, debitamente smentita e ritenuta incredibile dagli operatori di Emergency stessa. In un primo tempo pare che i nostri connazionali fossero stati anche accusati dell’omicidio di Sayed Agha, l’autista di Daniele Mastrogiacomo, ucciso dai Talebani nel corso del sequestro del giornalista di Repubblica nel 2007. Accusa poi ritirata in quanto nessuno dei tre operatori di Emergency si trovava in Afghanistan in quel periodo. Ricordiamo che l’intervento di Emergency risultò decisivo per la liberazione di Mastrogiacomo.
In Italia intanto la polemica si fa rovente. Ieri il fondatore di Emergency si era detto amareggiato per la presa di posizione di alcuni ministri del Governo Berlusconi. Durante una conferenza stampa a Milano Gino Strada aveva dato la sua lettura sulla vicenda. Si tratta di "una manovra sporca", finalizzata a estromettere Emergency dal sud dell'Afghanistan, una "guerra preventiva" per "togliere di mezzo un testimone scomodo prima di dare il via ad un'offensiva militare". Strada aveva aggiunto un elemento: "un video che mostra la presenza, fuori e dentro l'ospedale, delle truppe Isaf", circostanza che confermerebbe il coinvolgimento della Nato nella vicenda - ieri unportavoce dell'Alleanza aveva smentito la partecipazione dell'Isaf attribuendo ogni responsabilità ai servizi di sicurezza afgani.
Intanto il Ministro degli Esteri Frattini interviene con un inaspettato "prego perché non sia vero", "sarebbe una vergogna per Italia", mentre il Sottosegretario agli Affari Esteri Alfredo Mantica si dice "perplesso" sul fatto "che la verità dia ragione a Gino Strada" e sostiene che l'ong fa "troppa politica".
Anche il Ministro della Difesa Ignazio La Russa prende una posizione chiara, invitando Gino Strada a essere più prudente e "evitare di accusare il Governo afghano, di gridare al complotto della Nato e di tirare dentro il Governo italiano". Sarebbe più saggio se "prendesse le distanze dai suoi collaboratori, perché può sempre succedere di avere accanto, inconsapevolmente, degli infiltrati" afferma il Ministro in un'intervista a La Stampa, nella quale paragona il caso che ha scosso Emergency a quello di altri "infiltrati". Per il Ministro, in ogni caso, "la storia del complotto non sta in piedi". "Se le autorità afghane - afferma - avessero fatto un imbroglio contro Emergency ci saremmo arrabbiati anche se il loro orientamento politico è noto a tutti. Quanti esponenti di sinistra abbiamo salvato negli scenari di guerra?". Se venisse accertata la colpevolezza degli operatori italiani, per La Russa, "il danno per l'Italia militarmente impegnata in Afghanistan sarebbe gravissimo".
Emergency da parte sua afferma "Ci stiamo domandando anche noi se non ci possa essere un qualche rapporto tra il fatto che nella vicenda siano coinvolti soldati britannici. Siamo sbigottiti dal fatto che non vadano a controllare una notizia di tale gravità".