Monti all'Onu: "Questa è la più grave crisi nella storia dell'Unione Europea"
NEW YORK (USA) - Il presidente del Consiglio ha parlato di fronte all'Assemblea Generale mentre nelle strade di Madrid e Atene la folla si scontrava con la polizia, e le borse scendevano spinte dalle nuove preoccupazioni per l'euro
“Ogni giorno, ovunque, la gente combatte la paura, conquista giustizia e va avanti, nonostante le difficoltà e le incertezze, per proteggere la propria famiglia e le proprie case, per garantire ai figli un futuro migliore”.
Mario Monti parla all'Assemblea Generale dell’Onu mentre nelle strade di Madrid e Atene la folla di scontra con la polizia, e le borse scendono spinte dalle nuove preoccupazioni per l'euro. “E’ la più grave crisi nella storia dell'Unione Europea – dice – Noi continueremo a fare la nostra parte. Le altri crisi hanno minacciato di cacciare l’Europa indietro, nel passato. Ma ogni volta gli europei hanno trovato il modo di continuare il cammino apertosi oltre 50 anni fa’”. Poi il presidente del Consiglio ha citato uno dei padri nobili dell’europeismo, Jean Monnet: ‘’Nelle sue memorie annotava: ‘L’Europa sarà costruita passando attraverso le crisi’. Oggi, il mondo ha imparato quanto essenziale sia una Europa forte e credibile per affrontare le sfide globali dell’economia e della sicurezza. E quanto sia importante l’area Euro nella ripresa dell’economia mondiale’’.
L'Italia è mediterranea, come quei paesi dove il popolo ha chiesto democrazia e giustizia, dove sono avvenuti storici cambiamenti e dove c'è una nuova classe dirigente che deve essere sostenuta in nome di quel rispetto dei diritti per cui Monti chiede la fine dei massacri in Siria e il disarmo nucleare in Iran.
Fuori dal palazzo di vetro migliaia di persone protestano contro il regime di Ahmadinejad: “La gente in Iran vuole un paese libero, non vuole il nucleare, vuole esser libera di parlare”, dice Patrick , il figlio di Ted Kennedy. Per Rudy Giuliani, ex sindaco repubblicano di New York, gli iraniani approfittano della debolezza che hanno visto negli occhi di Barack Obama, esattamente come avvenne con Carter. Nell'Assemblea Generale Ahmaninejad gioca invece il profilo basso, se ne vanno le delegazioni americana e israeliana, ma gli europei, per la prima volta, restano ad ascoltarlo. Perché i suoi 35 minuti di discorso sono essenzialmente intrisi di temi spirituali e morali.
Parla invece a lungo l'egiziano Morsi, scatenando applausi e consensi nell'Assemblea Generale, primo egiziano a salire il podio Onu dopo il trentennio di Mubarack. Morsi ha condensato nel discorso il suo passato nei Fratelli Musulmani, con l'appello per uno stato palestinese e l'attacco ad Israele che rifiuta di aderire al trattato di non proliferazione nucleare, e il suo presente di presidente del nuovo Egitto, chiedendo libertà di espressione, rispetto di ogni religione e cultura, e rifiuto della violenza.