Dietro
la lavagna
Mentre riprendono gli sbarchi, e sull'immigrazione si susseguono appuntamenti diplomatici e polemiche politiche, attorno al tema convivenza accadono cose che inquietano anche il Vaticano.
Due sbarchi in Sicilia in poche ore. I gommoni sono stati intercettati e soccorsi al largo delle isole Linosa e Lampedusa. Succede all'indomani del video giunto in Italia che documenta la resa di alcuni migranti, bloccati dalle motovedette libiche e riportati in Libia.
Continua dunque la polemica sulla questione respingimenti, ma dopo il monito dell'Onu di esaminare la posizione degli immigrati che giungono nelle nostre coste, e solo in un secondo momento, se non hanno i requisiti, rimpatriarli, il ministro dell'Interno è in Libia.
Arrivato ieri sera a Tripoli,Roberto Maroni incontra il suo collega libico Abdel Fatah Younis al-Obeidi: al centro dei colloqui il contrasto all'immigrazione clandestina. E proprio oggi dovrebbe partire l'operazione di monitoraggio delle coste libiche per le quali l'Italia ha consegnato alla Libia tre motovedette.
Intanto Amnesty International visita i centri di detenzione per immigrati nel Paese africano. Gli attacchi all'Unhcr sono "inaccettabili" e "non muteranno la missione umanitaria", replica il responsabile dell'ufficio Onu, Antonio Guterres, al ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
E il chiacchierato pacchetto sicurezza, nel nostro Paese, sortisce effetti, sebbene la norma non sia stata inserita nel disegno di legge. Succede a Genova, nell´istituto professionale per il commercio Casaregis, a Sampierdarena, nelle altre due strutture scolastiche accorpate, l´istituto tecnico industriale Galilei e l´Einaudi. La dirigente scolastica ha scritto sulla lavagna l'elenco degli studenti extracomunitari, probabilmente futuri clandestini. Ragazzi che nel corso dell´anno scolastico avrebbero compiuto il diciottesimo anno di età, e che non avevano chiarito la loro posizione ai sensi del futuro permesso di soggiorno. La preside si è giustificata sostenendo di aver scritto quei nomi sulla lavagna perché temeva altrimenti di sbagliarne la pronuncia, e che quello era semplicemente un invito a presentare al più presto i relativi documenti in segreteria. Intanto, diversi insegnanti hanno sottoscritto indignati una lettera, trasmessa al provveditore agli studi e alla stessa preside.
E a Roma una scuola multietnica, la Carlo Pisacane, ha deciso di cambiare nome e lascerà il posto all'educatore giapponese Tsunesaburo Makiguchi, fondatore della scuola buddista della Soka Gakkai. Ottantasette bambini su cento sono di origine straniera, ma la decisione assunta dalla dirigente scolastica, e approvata all'unanimità dal consiglio d'istituto, è stata subito sommersa da una tempesta di proteste.
"È un disegno perseguito negli anni per creare una scuola di soli stranieri e isolare i bambini italiani", s'infuria Flora Arcangeli del Comitato mamme, secondo cui "dirigenti irresponsabili hanno agito con insopportabile arroganza contro la cultura italiana".
Ma la dirigente scolastica non molla.
Qualche mese fa un gruppo di genitori aveva mostrato alla tv i cappellini realizzati con manifesti antisionisti; e a Natale le stesse mamme avevano segnalato al ministro Gelmini il presepe con "donne in burqa e minareto al posto dei re Magi". Proprio per questo la dirigente scolastica, Nunzia Marciano, che ieri si è barricata nel silenzio, avrebbe deciso di cambiare nome alla scuola.
Netto il monito del Vaticano che afferma che la presenza degli immigrati "è preziosa e indispensabile nelle nostre città", ed essi meritano "rispetto, ammirazione, gratitudine". Lo ha detto domenica scorsa il nuovo presidente del Pontificio consiglio per i migranti, mons. Antonio Maria Vegliò.