Manovra finanziaria
Tremonti tiene duro
La controversa bozza della manovra proposta dal ministro dell'Economia Tremonti è pronta. Un’operazione da 47 miliardi di euro, limitata a 1,8 miliardi per quest’anno e a 5,5 miliardi per il 2012, che aveva già scatenato molte critiche, interne ed esterne alla maggioranza. Ma Giulio Tremonti tiene duro, niente tagli alle tasse
La controversa bozza della manovra proposta dal ministro dell'Economia Tremonti è pronta. Un’operazione da 47 miliardi di euro, limitata a 1,8 miliardi per quest’anno e a 5,5 miliardi per il 2012, che aveva già scatenato molte critiche, interne ed esterne alla maggioranza.
Bossi, Sacconi e i sindacati, per dirne una, sono contrari alla soluzione messa a punto dal Tesoro, sulla questione dell'età pensionabile delle donne, vale a dire l’aumento di un anno ogni due a partire dal 2012.
Ma entriamo nel dettaglio:
SANITA' - Dal 2012 torna il ticket da 10 euro per i trattamenti di assistenza specialistica ambulatoriale per chi non ne è esente. Chi andrà al pronto soccorso per un codice bianco, dunque non per un trattamento di urgenza, dovrà pagare un ticket di 25 euro.
La manovra vuole anche dare nuovi strumenti e nuove risorse alle regioni per ottimizzare le spese sanitarie. L’Agenzia del farmaco stabilirà nuovi tetti per le spese farmaceutiche territoriali a partire dal 2013 e dall’anno seguente al processo parteciperanno anche le regioni, che avranno regole più rigide anche per l’acquisto di nuovi macchinari e per l’acquisto delle prestazioni sanitarie dagli enti privati.
Il finanziamento del servizio sanitario nazionale è stato aumentato di 486,5 milioni di euro per l’anno in corso per compensare la copertura del ticket.
ORDINI PROFESSIONALI - Il piano prevede di abolire gli ordini che portano «indebite restrizioni» per l’accesso a determinate professioni. Tremonti vuole abolire gli ordini dei medici, degli infermieri e dei commercialisti, mantenendo quelli degli architetti, degli ingegneri, degli avvocati, dei farmacisti e degli autotrasportatori. Era anche prevista l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, ma sembra che ci sia stato un ripensamento nel vertice di maggioranza di ieri.
PENSIONI - Chi ha fatto ricorso entro il 31 dicembre 2010 contro l’INPS avrà automaticamente ragione con decreto del giudice che si occupa del caso, anche di ufficio. Il provvedimento vale solo per i processi pendenti contro l’INPS al primo grado di giudizio e che non prevedono rimborsi superiori ai 500 euro. Per quanto riguarda i pensionamenti in generale, sembra essere confermato il sistema che aggancia l’età pensionabile alle aspettative di vita a partire dal 2014. La pensione di reversibilità sarà ridotta nel caso in cui il pensionato abbia più di settant’anni e si sia sposato con qualcuno più giovane di almeno 20 anni. Il provvedimento è contro il cosiddetto fenomeno delle “badanti-mogli”.
COSTI DELLA POLITICA - Da luglio scatta il taglio del 50 per cento delle indennità dei ministri che sono anche parlamentari. La manovra conferma la scelta di Tremonti di allineare le retribuzioni degli eletti alla media europea, l’abolizione dei vitalizi, il taglio dei fondi pubblici per i partiti e quindi una complessiva riduzione dei costi della politica. Chi ha più di un incarico elettivo non potrà più accumulare molteplici retribuzioni, ma si dovrà accontentare della sola retribuzione dell’incarico maggiormente pagato. Indennità, compensi, rimborsi e retribuzioni degli eletti sono ridotti del 5 per cento.
IMPOSTE - Confermato lo schema a tre aliquote da 20, 30 e 40 per cento. Rimane anche il piano di basare il regime fiscale su cinque imposte: Irpef, Ires, Iva, Imposta sui consumi e Irap. Quest’ultima dovrebbe essere abolita nel 2014. Gli sgravi previsti per l’Irpef, che passerebbe dal 23 al 20 per cento, potrebbero essere compensati con l’aumento di un punto percentuale delle aliquote Iva del 10 per cento e del 20 per cento, ma questa eventualità non piace al presidente del consiglio ed è ancora molto discussa.
RENDITE FINANZIARIE - Rimane anche il progetto per un prelievo del 20 per cento sulle rendite finanziarie, attualmente al 12,5 per cento. La norma esclude comunque i Bot e i Cct.