Tribunale del Riesame
"Berlusconi sapeva
che erano escort"
Il premier Silvio Berlusconi era pienamente "consapevole" che le ragazze portate nelle sue residenze da Gianpaolo Tarantini erano delle escort. Lo sostiene il Tribunale del Riesame di Napoli nell'ordinanza con cui ha disposto la scarcerazione di Gianpi e della moglie e il trasferimento degli atti a Bari
E dunque Bari. Come al gioco dell'oca, anche la storia del ricatto a Berlusconi, che forse ricattato non fu, torna alla casella di partenza nella Procura del capoluogo pugliese. Lì dove tutto aveva preso il via due anni e mezzo fa con le telefonate intercettate dai pm, che indagando sugli appalti nella sanità, finirono per svelare anche un giro di escort finite nelle dimore del premier. In effetti, così era nata anche l'ipotesi della presunta estorsione ai danni di Berlusconi. Provando a far luce sugli affari della p4, Napoli si imbatté in Lavitola, e di qui nei Tarantini, simbolo di una Bari rampante e spregiudicata.
E da bari si riparte, anche se le carte che scottano potrebbero presto rimettersi in viaggio. Perché la Procura barese, che per prima mise a verbale le dichiarazioni di Patrizia D'Addario, è oggi un ufficio minato da guerre intestine e dossier al veleno. Il procuratore capo Antonio Laudati è tra due fuochi, gli accertamenti disciplinari del Csm da una parte e l'indagine della Procura di Lecce dall'altra chiamata ad accertare se questi abbia colpevolmente ritardato l'inchiesta sulle escort.
E c'è chi pensa che proprio lì, a Lecce, debbano mandare gli atti i pm della Procura di Roma ai quali nei giorni scorsi era arrivato il fascicolo partito da Napoli.
E a rendere più complicata la vicenda un ultima possibilità. Che Roma punti i piedi. Se nella capitale non dovessero condividere quanto detto dal Riesame il contrasto finirebbe davanti alla Procura Generale della Cassazione.