Da Lodo
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Le motivazioni della sentenza di condanna a Fininvest, che deve risarcire 750 milioni a Cir. Il risarcimento per la "perdita di chanche". La reazione dei capigruppo del Partito: "Non sovvertiranno la volontà popolare"
Silvio Berlusconi è "corresponsabile della vicenda corruttiva" alla base della sentenza con cui la Mondadori fu assegnata a Fininvest. Lo scrive il giudice Raimondo Mesiano nelle 140 pagine di motivazioni con cui condanna la holding della famiglia Berlusconi al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo de Benedetti. La "corresponsabilità" di Silvio Berlusconi, scrive il giudice Mesiano, comporta "come logica conseguenza" la "responsabilità della stessa Fininvest", questo "per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore, commesso nell'attività gestoria della società medesima".
In definitiva, secondo il tribunale che ha condannato la Fininvest, è impossibile che i vertici della Fininvest ignorassero l'atto di corruzione: "Vale osservare che i conti All Iberian e Ferrido erano conti correnti accesi su banche svizzere e di cui era beneficiaria economica la Fininvest. Non è quindi assolutamente pensabile - scrive Mesiano - che un bonifico dell'importo di Usd 2.732.868 (circa tre miliardi di lire) potesse essere deciso ed effettuato senza che il legale rappresentante, che era poi anche amministratore della Fininvest, lo sapesse e lo accettasse".
"In altre parole - conclude il giudice -, il tribunale ritiene qui di poter pienamente fare uso della prova per presunzioni che nel giudizio civile ha la stessa dignità della prova diretta (rappresentazione del fatto storico). E', come è noto, la presunzione un argomento logico, mediante il quale si risale dal fatto noto, che deve essere provato in termini di certezza, al fatto ignoto".
LA NOTA DELLA PDL. Intanto i capigruppo Pdl al Senato e alla Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, fanno diffondere una nota contro il tentativo di "delegittimare" l'azione del governo. "La tempistica e i contenuti di una sentenza che a 20 anni dai fatti arriva con sospetta puntualità - afferma la nota - rafforzano l'opinione di quanti, come noi, pensano che vi sia chi sta tentando, con mezzi impropri, di contrastare la volontà democratica del popolo italiano".
"Mentre il governo Berlusconi affronta con energia e consenso largamente maggioritario la realizzazione degli impegni assunti con gli elettori e ogni emergenza, si tenta, vanamente - dicono i capigruppo Pdl in Parlamento - di delegittimarne l'azione. Siamo certi che questo disegno non troverà spazio nelle istituzioni e, che ciascuno nella sua diversa responsabilità, agisca partendo dal presupposto del rispetto della legalità e della sovranità popolare". "Gli attacchi - conclude la nota dei vertici parlamentari del PdL - che fuoriescano dai canoni dell'opposizione democratica, dura ma rispettosa delle Istituzioni, ci portano ad assicurare che, in Parlamento così come nel Paese, forti di un consenso chiaramente e più volte espresso dagli italiani, il centrodestra proseguirà nella politica del fare e del governare, che nessun disegno eversivo potrà sconfiggere".
Dura la reazione del Premier. "Sono letteralmente allibito: è una sentenza al di là del bene e del male, è certamente una enormità giuridica". Il Cavaliere è determinato e respinge seccamente l'ipotesi che eventuali contraccolpi per la sentenza possano portare ad una fine anticipata della legislatura: "Sappiano tutti gli oppositori che il governo porterà a termine la sua missione quinquennale e non c'è nulla che potrà farci tradire il mandato che gli italiani ci hanno conferito".
E domani sui pronuncerà la corte costituzionale sul Lodo Alfano. In caso di incostituzionalità, il premier sarebbe costretto a dimettersi.