22/11/2024
10/11/2009

"E' andata bene"

Fini dopo l'incontro con Berlusconi: "Presto disegno di legge sui tempi del processo per gli incensurati". Il tempo massimo sarà "entro sei anni". "La prescrizione breve è un'ipotesi impraticabile. L'immunità? Non sia impunità"

"E' andata bene". E' laconico il commento del  premier  Berlusconi dopo l'incontro di due ore con il presidente della Camera Fini. Ci pensa Fini a spiegare l'esito del tanto atteso incontro con Berlusconi. La sostanza è un secco no a nuove misure sulla prescrizione, alternativa al Lodo Alfano, sì al processo breve con durata massima di sei anni.
"Con il premier Berlusconi si è ragionato sulla possibilità di presentare un disegno di legge parlamentare per definire tempi certi entro cui si deve svolgere il processo nei suoi 3 gradi"- ha spiegato Fini. "Nei prossimi giorni sarà presentato un ddl e sarà relativo alla definizione dei tempi del processo unicamente per gli incensurati", il tempo massimo sarà di "sei anni", ha precisato Fini.
 
Per il presidente della Camera "è una questione innegabile che in Italia la durata media dei processi sia troppo lunga. E' una violazione del sacrosanto diritto del cittadini di vedersi garantita la giustizia. Fin dalla Finanziaria in discussione ci saranno stanziamenti per mettere in condizione il sistema giustizia di celebrare i processi in tempi certi".
 
Fini annuncia poi che "tra le ipotesi di riforma c'è anche l'elezione diretta del capo dell'esecutivo, come in Francia o come era in Israele, non mi soffermerei su questi aspetti". "Non considero motivo di preoccupazione se il capo dell'esecutivo è eletto direttamente dal popolo - afferma Fini - è evidente però che ci vuole un contrappeso, ci vuole un rafforzamento del potere del Parlamento".
 
Dall'opposizione va all'attacco Antonio Di Pietro: "Con questa proposta tutti rimarranno incensurati, giacchè nessun processo si potra' concludere nei tempi previsti e tutto questo per favorire un individuo 'formalmente incensurato', ma sostanzialmente corruttore, qual e' Silvio Berlusconi. Spiace che a questo gioco criminale si sia prestato, da ultimo, anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che, a parole, fino a ieri, ha detto di non voler svendere il ruolo del Parlamento e che oggi per trenta denari politici, lo mette all'asta".