Colle: “Torbida manovra destabilizzante”
MILANO - Panorama pubblica l’ipotetica ricostruzione delle intercettazioni tra Napolitano e Mancino sulla presunta trattativa Stato-mafia. Di Pietro "Sgombri il campo dai ricatti, permetta la diffusione dei nastri e ritiri il conflitto di attribuzione con la procura di Palermo”. Il Csm: “Piena solidarietà”
“La campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del presidente della Repubblica ha toccato un nuovo apice, ma il Quirinale non è ricattabile”, riferisce in una nota il Colle. A scatenare l’indignazione di Giorgio Napolitano è un articolo titolato “Ricatto al presidente” nel quale Panorama pubblica “una ricostruzione esclusiva” delle telefonate tra il presidente della Repubblica e Nicola Mancino. In questo modo il settimanale di proprietà del gruppo Berlusconi, decide di diffondere i presunti contenuti delle telefonate fra il capo dello Stato e l’ex ministro dell’Interno. Colloqui intercettati dalla procura di Palermo nel corso dell'indagine sulla trattativa fra Stato e Mafia degli anni '90.
In quelle telefonate - sostiene Panorama - sarebbero stati espressi “giudizi e commenti taglienti su Silvio Berlusconi, Antonio Di Pietro e parte della magistratura inquirente di Palermo”. Secondo il settimanale alcune allusioni agli stessi contenuti sono rintracciabili in articoli di Ezio Muro, Marco Travaglio, Adriano Sofri. Come dire: i nastri non sono più segreti e il loro contenuto è già arrivato ai palazzi della politica e alle redazioni. Per la distruzione immediata delle intercettazioni Napolitano ha sollevato davanti alla Consulta conflitto di attribuzione con la procura di Palermo.
I pm siciliani sostengono che la decisione possa esser presa solo dal Gip all'udienza prelimiare, ma sul caso Panorama sono durissimi. Il procuratore capo Messineo nega che quelli diffusi siano i contenuti reali. Il pm Ingroia attacca: se c'è un ricatto è quello di Panorama e di quella copertina.
“La pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter 'ricattare' il Capo dello Stato” è “risibile”, si legge in una nota del Quirinale che respinge con forza “ogni torbida manovra destabilizzante”. “Il Presidente, che non ha nulla da nascondere ma valori di libertà e regole di garanzia da far valere, ha chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi in termini di principio sul tema di possibili intercettazioni dirette o indirette di suoi colloqui telefonici, e ne attende serenamente la pronuncia”, precisa il Quirinale.
Solidarietà al Colle arriva dai presidenti di Camera e Senato. Gianfranco Fini e Renato Schifani esprimono la loro “piena solidarietà a Napolitano che sta svolgendo un ruolo essenziale affinché la vita politica e sociale del Paese riconquisti condizioni di rinnovamento e di stabilità”. Un sostegno che accomuna non solo le istituzioni, ma tutto il mondo politico. Antonio Di Pietro al presidente lancia un appello: “sgombri il campo dai ricatti, permetta la diffusione dei nastri e ritiri il conflitto di attribuzione con la procura di Palermo”. Per Casini, quella di Panorama è una vicenda primitiva e rilancia l'urgenza di una legge sulle intercettazioni. Da via dell'Umiltà, non si può più rinviare, serve una legge che ne regolamenti l'uso.
Non bisogna prestarsi a campagne di natura politica, dice l'Anm, che invita i magistrati a dissociarsi esplicitamente quando c'è il rischio di una loro strumentalizzazione. Piena solidarietà al capo dello Stato arriva dal Csm, che difende l'assoluta correttezza di Napolitano in questa vicenda e parla di attacchi al Colle infondati e strumentali.