Appello dei pm
ai giudici di Milano
"salvate il processo"
All'udienza del processo Mills a Milano, presente il premier Berlusconi, Il pm Fabio De Pasquale ha lanciato in aula un vero e proprio appello ai giudici chiedendo di anticipare i tempi delle rogatorie in Inghilterra e conseguentemente le audizioni dei testi, tra i quali David Mills
Silvio Berlusconi se ne è andato così come era arrivato. In silenzio senza fermarsi con i giornalisti, che lo attendevano davanti all’ingresso del Tribunale di Milano, ha preso parte all'udienza del processo Mills, nel quale è imputato per corruzione in atti giudiziari. L'accusa che viene mossa al cavaliere è di aver dato al legale inglese Mills 600 mila euro per testimoniare il falso ai processi per le tangenti alla Gdf e a quello All Iberian.
Per essere presente alla ripresa del dibattimento dopo la pausa estiva, il presidente del consiglio ha annullato la trasferta a New York dove avrebbe dovuto partecipare all'assemblea dell'Onu con all'ordine del giorno il conflitto israelo-palestinese, la Libia, la Siria e l'Afghanistan.
In realtà al suo arrivo, questa mattina, ha scambiato un paio di battute con i reporter assiepati davanti i cancelli del Tribunale. A chi gli ha chiesto come si sentisse ha risposto:“io vado bene, siete voi che avete delle brutte facce”, aggiungendo subito dopo “sto scherzando”. Alla domanda se avrebbe detto qualcosa in aula ha ripetuto “qualcosa”. Ma quel ‘qualcosa’ pare non ci sia stato. L’udienza si è trascinata tra istanze e schermaglie tra le parti.
Il pm Fabio De Pasquale ha lanciato in aula un vero e proprio appello ai giudici chiedendo di anticipare i tempi delle rogatorie in Inghilterra e conseguentemente le audizioni dei testi, tra i quali David Mills che ha dato disponibilità per il 24 ottobre: “fissare al 31 ottobre – ha detto in aula De Pasquale - significa che il procedimento dibattimentale è bloccato anche senza logica. Se c'é una possibilità che questo processo arrivi a conclusione, bisognerebbe fissare le rogatorie in tre giorni consecutivi e non a data così lontana. E' un estremo appello che rivolgo al tribunale”.
In questo momento l’udienza è sospesa e i giudici si sono riuniti in camera di consiglio proprio per decidere sulla richiesta del pm.
Ma per il premier i problemi non finiscono. Ieri è scaduto il tempo per presentarsi ai pm di Napoli che avrebbero voluto sentirlo, come testimone, nell'ambito dell'inchiesta sull'estorsione subita dall'imprenditore barese Giampaolo Tarantini. Oggi la Procura di Napoli ha fatto sapere che è in attesa che si definisca la questione della competenza prima di prendere iniziative circa l'audizione del cavaliere. Lo ha spiegato il procuratore, Giovandomenico Lepore. Il procuratore ha tra l'altro sottolineato che non si può parlare di "ultimatum" al premier scaduto ieri sera, precisando che la richiesta alla Camera per l'accompagnamento coatto costituirebbe soltanto una "extrema ratio".