Teresa aveva un grande amore
"Si chiamava Vincenzo, ma lei lo chiamava Ninì". Il Tg3Web, attraverso le parole di Valeria Collevecchio, dedica questo primo maggio, questa festa del lavoro a tutti quelli che resistono, a tutti quelli che non ce la fanno, a tutti quelli che sono rimasti
Teresa
di Valeria Collevecchio
Teresa ha un amore. Si chiama Vincenzo ma lei lo chiama Ninì
Da 35 anni, da quando si sono conosciuti, ogni mattina si svegliano insieme, si fanno un caffè e vanno a lavorare. Prima per i mercati, poi per il negozio di abbigliamento che hanno preso in affitto nel centro di Ginosa dopo tanti sacrifici.
Teresa ha tre stelle, i suoi figli
Quel giorno Vincenzo l’ha lasciata a casa dopo la chiusura del negozio. “Intanto fai il caffè che arrivo”, le ha detto, dopo averle messo una mano sul collo, dopo averla insistentemente baciata. “Strano”, pensava Teresa. Lui doveva passare due minuti in banca, solo due minuti. Da tre settimane ci andavano tutte le mattine. Per quel prestito, quell’assegno, quei maledetti documenti che non arrivavano mai. Stava giù, Vincenzo, si era fissato. non pensava ad altro. “Le umiliazioni non sopportava, chi calpestava la sua dignità”, dice oggi Teresa stringendosi al petto, quasi aggrappata, l’agenda, il biglietto letto e riletto mille volte.
Tarda Vincenzo, non torna
Passano le ore, la sua Teresa si preoccupa. Chiama, telefona. Nessuno sa niente. Dopo ore si allarma. Luca, il secondo figlio, va in campagna a cercare il padre. Trova la macchina sul bordo della strada. Chiusa. Corre per i campi. Lo trova. Appeso ad un albero. Lo abbraccia. E’ troppo tardi.
E’ arrabbiata, Teresa
Con lui. Che non ci ha creduto, che non le ha detto niente: “C’ero io qua, ci sono sempre stata, accanto a lui, che problema c’era?” Gli scrive tutti i giorni ora, gli dice tutto. Il vuoto, il sovrumano sforzo ad alzarsi tutte le mattine da quel letto troppo largo, di sorridere davanti agli occhi tristi dei tre ragazzi, di aprire quel maledetto negozio, di non arrendersi.
Teresa aveva un grande amore. Si chiamava Vincenzo, ma lei lo chiamava Ninì