Una lettera che brucia
“Non commento le dichiarazioni di una signora, parlerò solo quando saranno svuotati tutti i bidoni della spazzatura”. E' gelido Formigoni per quanto finito oggi sul Corriere della Sera che ha pubblicato la lettera di Carla Vites, moglie di Antonio Simone, arrestato la settimana scorsa, migliore amico del governatore
“Non commento le dichiarazioni di una signora, parlerò solo quando saranno svuotati tutti i bidoni della spazzatura”. E' gelido Formigoni, con difficoltà trattiene il disappunto per quanto finito oggi sul Corriere della Sera. La dura, amara lettera di una persona che conosce da trent'anni e che per lui ha fatto anche volantinaggio, Carla Vites, moglie di Antonio Simone, arrestato la settimana scorsa, migliore amico del governatore con il quale la coppia ha condiviso anche la militanza fin dalla prima ora in Comunione e liberazione.
La signora scrive che è stato un travaso di bile a spingerla a mettere in piazza la sua delusione, se non la rabbia, nei confronti di Roberto Formigoni, accusato di praticare lo scaricabarile e di non raccontarla giusta sul faccendiere Piero Daccò, ciellino e anche lui in carcere.
Il governatore parla di una lunga conoscenza, di una sola vacanza insieme e di nessun rapporto professionale. La Vites scrive invece che Formigoni avrebbe seguito Daccò come un cagnolino al guinzaglio, “cosa che potrebbero testimoniare – aggiunge - i molti chef d'alto bordo dove regolarmente Formigoni veniva nutrito a spese di Daccò, che sempre lo avrebbe messo al centro di feste e banchetti, yacht e ville”.
Ironizza la Vites su quelle che definisce orrende camicie a fiori o sulle giacche orrendamente gialle che Formigoni indossa, sorride pensando che Formigoni non avesse capito chi fosse la Minetti, che a suo parere, era chiaro non avesse mai fatto non dico una riunione di partito, ma neppure di condominio.
Ma a farle più male è un'altra cosa. Aver visto Formigoni mollemente adagiato su un letto megagalattico all'inaugurazione del Salone del Mobile. La mente è andata a suo marito che in quel momento, nel giorno del compleanno doveva invece discutere con altri cinque detenuti se potesse allungare le gambe nella cella di san Vittore.