Bossi si è dimesso
“Chi sbaglia paga”
Fino al Congresso federale a capo del partito un triumvirato formato da Maroni, Calderoli e Manuela Dal Lago. Stefani tesoriere. Le intercettazioni accusano: "Dalle casse del partito soldi al Senatur"
Umberto Bossi si è dimesso da segretario della Lega Nord e la scelta viene definita “irrevocabile”. Resterà presidente del partito. A guidare il Carroccio sarà, fino al prossimo congresso, un 'triumvirato' composto da Maroni, Calderoli e Manuela Dal Lago. Il consiglio federale della Lega ha nominato Stefano Stefani nuovo amministratore del partito.
“Chi sbaglia paga qualunque sia il cognome che eventualmente porti”, ha detto Bossi durante il Consiglio federale della Lega, secondo quanto ha riferito l'europarlamentare Matteo Salvini a Radio Padania.
L’inchiesta portata avanti da tre procure riserva nuove sorprese. C’è una intercettazione agli atti dell'inchiesta di Milano che vede indagato l'ex tesoriere della Lega Belsito in cui Nadia Dagrada “parla del 'nero' che Bossi dava tempo fa al partito”. Per gli investigatori “il 'nero' è riconducibile alla provenienza del denaro contante che può avere varie origini, dalle tangenti, alle corruzioni”. Tra i documenti sequestrati ieri a Roma nella cassaforte del tesoriere vi è un carnet di assegni che reca la scritta “Umberto Bossi”. Il carnet, che è relativo al conto corrente della banca sul quale vengono versati i contributi per il Carroccio, é ora all'esame dei pm di Napoli e di Milano.
Negli atti dell'inchiesta milanese gli investigatori scrivono che dalle intercettazioni telefoniche emerge che il denaro sottratto alle casse della Lega è andato “a favore” tra gli altri di “Bossi Umberto” e “Calderoli Roberto”. Inoltre “Renzo Bossi e la sua fidanzata, sono stati insieme alla sede della Lega di via Bellerio e si sono portati via i faldoni della casa (ristrutturazioni?) per timore di controlli, visto il periodo critico”.
E' quanto annotano gli investigatori in un atto dell'inchiesta sull'ex tesoriere della Lega Belsito. “Non ho nascosto alcun faldone, un mese e mezzo fa ho preso nel mio ufficio in via Bellerio due raccoglitori relativi al mio conto bancario personale”, ha dichiarato Renzo Bossi. Nella cassaforte di Belsito tra la documentazione contabile sequestrata ieri dai carabinieri del Noe e dalla Guardia di Finanza vi è anche una cartella con l'intestazione “The family”.L'ipotesi degli investigatori è che i documenti siano relativi alle elargizioni ai familiari del leader del Caroccio Umberto Bossi. Gli atti sono all'esame del pm di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock.