Arrestato Mladic
il boia di Srebrenica
L'ex capo militare dei serbi di Bosnia, accusato di genocidio e crimini contro l'umanità è stato arrestato dalla polizia in un villaggio a 80 km da Belgrado. Il presidente Tadic: "ora l'Ue ci accolga"
La caccia è durata oltre un decennio. Alla fine Ratko Maldic, detto il “Boia di Srebrenica”, ex capo militare dei serbi di Bosnia ricercato per genocidio e crimini contro l'umanità è stato scovato e arrestato. L'operazione si è svolta in collaborazione tra intelligence e forze di polizia, nel villaggio di Lazarevo, 80 chilometri a nord-est di Belgrado.
Mladic viene ritenuto il principale responsabile del massacro di Srebrenica nel quale vennero uccisi 8 mila civili. La città, una enclave creata dalle Nazioni Unite a tutela della popolazione musulmano bosniaca, era protetta da 850 caschi blu olandesi che non furono però in grado di opporsi all'avanzata degli uomini di Mladic e finirono per consegnargli la città. Quando le forze serbo-bosniache entrarono a Srebrenica, gli uomini fra i 14 e i 65 anni venneroa separati dal resto degli abitanti. Molti furono giustiziati nelle piazze, gli altri, portati via a bordo di camion non fecero più ritorno.
Si ritiene che siano stati uccisi nei boschi e sepolti in fosse comuni. Le donne, fra cui diverse vittime di stupri, abbandonarono la città con i vecchi e i bambini e si diressero a piedi verso Tuzla dove arrivarono dopo giorni di cammino.“ Penso che per la Serbia le porte dell'Ue siano ora aperte” ha detto il presidente serbo Boris Tadic che si dice certo di non aspettarsi proteste e disordini popolari dopo l'arresto:” La Serbia fa tutto nel rispetto delle leggi nazionali e internazionale, e continuerà a farlo. Se qualcuno tenterà di creare incidenti e disordini vrerà subito arrestato e processato”. Secondo la tv pubblica Rts, Mladic sarebbe già in viaggio verso il Tribunale penale internazionale dell'Aja.
L'arresto di colui che viene ritenuto il maggiore responsabile della più atroce strage dalla fine della seconda guerra Mondiale rappresenta “un importante passo in avanti per la Serbia e per la giustizia internazionale”. Ha detto Catherine Ashton, Alto rappresentante Ue per la politica estera dell’Unione Europea.