Nocciolo vicino
alla fusione
A una settimana esatta dallo spaventoso terremoto il Giappone fa ancora i conti con quello che rischia di diventare l’incidente più grave nella storia del nucleare a uso civile. Quello che si temeva è in parte avvenuto. Nei reattori 1, 2 e 3 di Fukushima il nocciolo è parzialmente scoperto e sarebbe parzialmente fuso. La notizia viene da fonti italiane a diretto contatto con la Tepco
A una settimana esatta dallo spaventoso terremoto il Giappone, e il mondo intero, fanno ancora i conti con quello che rischia di diventare l’incidente più grave nella storia del nucleare a uso civile.
Quello che si temeva è in parte avvenuto. Nei reattori 1, 2 e 3 di Fukushima il nocciolo è parzialmente scoperto e sarebbe parzialmente fuso. La notizia viene da fonti italiane a diretto contatto con la Tepco, la società che gestisce la centrale, e con l’Autorità giapponese per la sicurezza nucleare.
I contenitori con le barre di combustibile sarebbero invece integri.
La fusione parziale del nocciolo è avvenuta una sola volta in passato nella centrale statunitense di Three Mile Island, nel 1979.
Gli "eroi" di Fukushima, così sono stati definiti i tecnici che cercano di arginare i danni della centrale nucleare, stentano a raffreddare gli impianti e la situazione rimane critica, tanto che l'Agenzia internazionale Atomica ha innalzato il livello di gravità del disastro nucleare da 4 a 5 con conseguente fuga radioattiva.
I tecnici giapponesi sperano di riuscire a rimettere parzialmente in funzione il sistema elettrico, che permetterebbe di accelerare le operazioni di raffreddamento dei reattori surriscaldati, che rischiano di rilasciare una forte dose di radioattività con conseguenze pericolosissime.
Ma l'altra opzione trapelata nelle ultime ore è di agire come fu fatto a Chernobyl, cioè "seppellire" l'intero impianto nucleare con una colata di sabbia e calcestruzzo.
La conta dei morti, a 7 giorni dal sisma/tsunami, continua a salire. Ormai si parla apertamente di almeno 16 mila tra morti e dispersi ma la cifra è tristemente destinata ad aumentare ancora dal momento che alcune zone sono più isolate e difficili da raggiungere per i soccorritori. Ricordiamo infatti che nel nord del Giappone in questa stagione pioggia e neve cadono ancora abbondantemente .
L'ambasciata italiana a Tokyo intanto "rinnova vivamente l'invito ai connazionali di allontanarsi dalle quattro prefetture colpite dallo tsunami, dalle prefetture a nord della capitale e dalla stessa capitale". Quanto all'ipotesi radiazioni, le misure "del team italiano effettuate in ambasciata confermano il valore registrato ieri di 0.04 microsievert/ora. Le misure spettroscopiche escludono al momento la presenza di isotopi radioattivi artificiali".