"C'è l'hanno
tutti con me"
Berlusconi: "Dal Capo dello Stato al presidente della Camera me ne hanno dette di tutti i colori". Fini: "l'arbitro va rispettato"
"C'è l'hanno tutti con me". Berlusconi risponde alle critiche giunte dall'Italia, dopo l'intervento di Bonn. Durante il congresso della Ppe, Berlusconi aveva lanciato accuse contro la Consulta e i giudici "che comandano l'Italia".
"Me ne hanno dette di tutti i colori, dal Presidente della Camera, al Presidente della Repubblica, al capogruppo del Pd alla Camera".
Le sue frasi non sono piaciute per niente al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Il Quirinale ha parlato di "violento attacco". Il Presidente della Camera ha chiesto "chiarimento", che però non è mai arrivato. E oggi Fini rilancia: in politica "ci si scontra ma si rispetta l'arbitro e si rispettano le regole del campionato".
Fra una foto e l'altra, il presidente del Consiglio è poi tornato a lamentarsi di 'Annozero' spiegando che i contenuti della trasmissione di giovedì gli sono stati riferiti dal suo portavoce Paolo Bonaiuti. Il Cavaliere ha parlato di processo mediatico, sottolineano alcuni presenti, e di accuse "teatrali" nei suoi confronti.
Infine, il premier ha parlato delle elezioni regionali in Campania, annunciando che sarà scelto "un candidato esterno alla politica". Berlusconi è ora atteso nella sede del Consiglio Europeo dove si conclude il vertice dei 27 capi di Stato e di Governo su crisi e clima.
"C’è da chiedersi - rileva il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti - perchè quando viene attaccata un’istituzione votata dalla maggioranza degli italiani come il Presidente del Consiglio, nessuno esca in sua difesa".
Il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, nota: "Chi vince le elezioni non è in alcun modo il padrone del paese, si deve confrontare la Costituzione, con i pesi e i contrappesi. L’Udc sta senza se e senza ma con il Presidente della Repubblica, con la Corte costituzionale, con la Costituzione e con il Parlamento". Secco il giudizio del leader Idv, Antonio Di Pietro: "Il presidente del Consiglio sta stracciando la Carta costituzionale, prima rendendo inutile il ruolo del Parlamento e ora volendo abrogare anche la Corte costituzionale. Se non è dittatura questa, cos’altro deve succedere in Italia per avere il ritorno del fascismo?".