Napolitano frena
la Lega sui
ministeri al Nord
Il presidente Napolitano, dopo qualche giorno di riflessione, ha deciso che la cerimonia-show della Lega Nord di sabato scorso a Monza non poteva restare senza una risposta ufficiale. Così ha preso carta e penna e ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
“Il Presidente della Repubblica ha oggi inviato al Presidente del consiglio una lettera contenente rilievi e motivi di preoccupazione sul tema, oggetto di ampio dibattito, del decentramento delle sedi dei Ministeri sul territorio”.
E’ quanto si legge in una nota ufficiale del Quirinale che con queste poche righe ha voluto rendere di dominio pubblico la “preoccupazione” del Capo dello Stato in merito alla accelerazione impressa dal ministro per le Riforme, Umberto Bossi, sul tema del decentramento.
Insomma l’inquilino del Colle, dopo qualche giorno di riflessione, ha deciso che la cerimonia-show della Lega Nord di sabato scorso a Monza non poteva restare senza una risposta ufficiale. Così ha preso carta e penna e ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Non è la prima volta che Napolitano interviene sul tema. Appena qualche mese fa aveva detto che non si possono decentrare tutti i ministeri, perché “ci sono delle funzioni che non possono essere frammentate e ci sono beni che non possono essere abbandonati all'arbitrio di gestioni locali”. E tanto per essere chiaro aveva citato esplicitamente alcuni ministeri tra come quello dell’Interno, degli Esteri e dei Beni Culturali.
Da Palazzo Chigi fanno sapere che Berlusconi intende ‘riflettere’ sulla lettera, mentre da ambienti della Lega Nord trapela la notizia che Bossi avrebbe reagito con rabbia e fastidio all’intervento del Capo dello Stato. Molto chiare invece le parole di un altro esponente della Lega, il deputato Luciano Dussin, che ha dichiarato che Napolitano “poteva fare a meno di disturbarsi perché le cose serie di cui preoccuparsi sono altre”.
Ovviamente di tutt’altro tenore le reazioni nel fronte del no al trasferimento dei ministeri. Primi fra tutti il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e la presidente della Regione Lazio Renata Polverini che paludono all’iniziativa di Napolitano.