Gelo, 11 morti.
Emergenza Abruzzo
Nostra intervista
Corsa contro il tempo nel centro sud dell'Italia per ripristinare strade e autostrade. A L'Aquila mobilitato l’Esercito. Centinaia gli interventi. Diecimila trattori a sostegno delle zone più colpite, ma interi paesi restano isolati. Intanto continua l’aspra polemica tra il sindaco di Roma e il capo della Protezione Civile sulle carenze organizzative nella Capitale
Prosegue l'attività dell'Esercito dopo le intense precipitazioni nevose che hanno interessato
l'Italia. In particolare nel corso della notte i militari sono intervenuti a Vicovaro e Olevano, in provincia di Roma, per assicurare il ripristino della viabilità. Dall’alba è ripresa l'attività di supporto alle province di Siena, Pesaro, Isernia, Frosinone e L’Aquila.
Ed è in Abruzzo che l’Esercito sta operando con grande impegno dopo la richiesta del presidente della Regione, Gianni Chiodi. Una decisione arrivata dopo polemiche di cittadini e amministratori, è stata adottata “visto il perdurare della violenta ondata di maltempo e i gravissimi problemi che stanno interessando tutto l'Abruzzo”.
A dare una mano sono intervenuti quasi diecimila trattori di agricoltori della Coldiretti mobilitati a sostegno dei Sindaci su tutto il territorio nazionale. Allertati anche i vivaisti per collaborare alla messa in sicurezza degli alberi che sotto il peso della neve mettono a rischio l’incolumità delle persone. La situazione - ricorda la Coldiretti - é difficile nelle città, nei paesi e nelle campagne dove insieme ad intere famiglie isolate ci sono almeno due milioni di mucche e maiali nelle stalle che rischiano di rimanere senza acqua e cibo.
Centinaia di interventi, interi paesi isolati, temperature record nell'entroterra durante la notte. La task-force del Piano neve in queste ore sta cercando di liberare strade interne e quelle a lunga percorrenza dalla neve e dal ghiaccio. L'autostrada dei Parchi A24 Roma-Teramo e la A25 ora percorribili erano state chiuse per tutta la notte. Nella regione salgono intanto a 4 i morti, un uomo è stato ucciso dal monossido di carbonio nella sua auto e gli altri tre sono stati stroncati dallo sforzo, mentre spalavano la neve.
Anche in altre regioni l’ondata di gelo e neve ha causato vittime. A Isernia un automobilista è morto intrappolato sotto la neve. Ad Avellino il crollo del tetto di una serra ha ucciso una donna di 46 anni. In Umbria un clochard è morto per gelo a Castiglion del Lago. Il sindaco di Orvieto ha chiesto lo stato di emergenza. Ultime vittime in ordine di tempo due sci-alpinisti rimasti uccisi, travolti da una valanga a Passo Stalle, in Alta Val Pusteria, al confine con l'Austria. I loro corpi sono stati recuperati dai soccorritori. Sono ancora in corso le ricerche, poiché si teme che altri escursionisti possano trovarsi sotto la neve. Con loro il numero totale delle vittime dall’inizio dell’emergenza sale a 9. 160mila persone nel centro sud sono da ieri senza luce. Nella notte l'avventura più drammatica a Civitavecchia, dove il traghetto della Tirrenia Sharden con 262 passeggeri a bordo ha sbattuto con violenza contro la diga del porto e si è squarciato con un taglio di 30 metri.
Continuano intano le polemiche e il rimpallo di responsabilità sull’emergenza tra il sindaco Gianni Alemanno e il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli. Alemanno accusa la struttura che gestisce le crisi nel paese di essere solo un “passacarte” e che le previsioni erano sbagliate. Nella Capitale e in provincia si segnalano intanto altre due vittime per il freddo. A Roma una senzatetto italiana di 78 anni è stata trovata morta alla Stazione Termini, mentre una donna di 66 anni è morta assiderata nella sua casa fatiscente a Palestrina.