Chiusura Ilva
Alta tensione a Taranto
TARANTO - I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno deciso lo sciopero immediato dei lavoratori dell'Ilva in segno di protesta per la decisione dell'azienda di fermare tutta l'area a freddo dopo il blocco e il sequestro delle merci disposti dalla Magistratura. Gli operai bloccano la direzione: dramma dei lavoratori che perderanno il posto di lavoro
Altissima tensione all'Iva di Taranto, dopo l'annuncio di chiusura dato ieri dai vertici dell'azienda. Dopo che ieri sera Fim, Fiom e Uilm hanno respinto il provvedimento aziendale, definendolo una "serrata", nonché una "rappresaglia" nei confronti dei lavoratori, stamattina diverse centinaia di persone hanno occupato la direzione.
Per decisione aziendale, sarebbero dovuti entrare soltanto gli addetti alla manutenzione dell'area a freddo quelli dell'area a caldo e non anche i lavoratori addetti a quei reparti che da ieri sera sono stati fermati per decisione dell'Ilva. Attualmente un migliaio di persone è nell'area della direzione dell'Ilva, tra interno ed esterno dell'edificio.
L'Ilva nel pomeriggio di ieri ha deciso di fermare i settori che producono tubi, coil e lamiere a seguito del sequestro disposto dalla Procura in mattinata, assieme all'ordinanza di custodia cautelare per sei persone fra vertici dell'Ilva ed ex dirigenti. Il gip, Patrizia Todisco, ha sequestrato i prodotti in uscita dallo stabilimento e in procinto di essere spediti ai clienti che li avevano ordinati, in quanto li ritiene "profitto di un' attività ritenuta illecita penalmente".
Come ha spiegato ieri il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, nel corso di una conferenza stampa, l'Ilva, dopo il sequestro del 26 luglio per disastro ambientale dell'area a caldo, non ha più la facoltà d'uso produttiva degli impianti della stessa area, ovvero cockerie, altiforni, acciaierie. Il fatto che l'Ilva in questi 4 mesi abbia regolarmente continuato a produrre coils, lamiere e tubi, costituisce secondo i giudici il "provento dell'attività penalmente illecita". Da qui, appunto, il sequestro.
"Stiamo lavorando per risolvere presto la situazione e quello di giovedì, non sarà un incontro interlocutorio. Contiamo di uscire con un provvedimento", ha detto il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, cercando di tranquillizzare i centinaia di lavoratori che rischiano di perdere il posto con la chiusura degli impianti: "Credo che avendo fatto esperienza di questi mesi - ha aggiunto - possono sapere che il ministro dell'ambiente e il governo insistono e otterranno alla fine il risultato di coniugare lavoro e salute".