Fiat
vince il sì
L’attesa a Mirafiori è finita, con il 54% di sì i lavoratori Fiat hanno approvato l’accordo firmato tra i sindacati e l’azienda torinese. Dunque anche se con una percentuale molto più bassa del previsto Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno visto premiata la loro strategia sindacale. La Fiom dice "decisivi gli impiegati"
L’attesa a Mirafiori è finita, con il 54% di sì i lavoratori Fiat hanno approvato l’accordo firmato tra sindacati e l’azienda torinese. Dunque anche se con una percentuale molto più bassa del previsto Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno visto premiata la loro strategia sindacale. L’affluenza è stata altissima, hanno votato 5139 lavoratori pari al 95% degli aventi diritto.
Molta la delusione tra i sostenitori del no all’accordo. Per loro parla il segretario nazionale della Fiom Giorgio Airaudo che da una sua spiegazione su quanto successo: “Il risultato del referendum sull'accordo sullo stabilimento di Mirafiori lo hanno deciso in sostanza gli impiegati perché gli operai hanno detto di no in modo rilevante. Bisogna apprezzare il grande coraggio e l'onesta di una grandissima parte dei lavoratori di Mirafiori che hanno detto di no all'accordo. Gli operai delle linee di montaggio hanno detto di no. Di fatto sono stati decisivi gli impiegati che a Mirafiori sono in gran parte capi e struttura gerarchica''.
I sostenitori del sì hanno tenuto una conferenza stampa all’alba davanti ai cancelli di Mirafiori. A parlare per tutti c’era il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani per il quale oggi “é una giornata storica e nulla sarà più come prima. Storica come quella del referendum sulla scala mobile del 1984. Nulla resta come prima nelle relazioni industriali in Italia. E' una vittoria di tutti i lavoratori di Mirafiori, anche di chi ha votato no. E' una scelta importante perché garantisce un futuro a Mirafiori e all'industria in Italia. I sindacati che hanno firmato l'accordo di Mirafiori si sono dimostrati rappresentativi sia degli operai sia degli impiegati”.
Per Silvio Berlusconi “la vicenda Fiat è uno spartiacque fra quanti vogliono la modernità e quanti si illudono di poter strumentalizzare i lavoratori per tornare al passato”.
“L'esito del referendum apre un'evoluzione nelle relazioni industriali soprattutto nelle grandi fabbriche che dovrebbe consentire un migliore uso degli impianti e effettiva crescita dei salari”. Queste le parole del ministro del Lavoro Sacconi alla notizia della vittoria dei sì che ha poi continuato: “si apre una fase che deve concretamente condurre all'investimento promesso dall'azienda. Noi saremo impegnati per questo obiettivo perché di tratta di un investimento importante e decisivo nel segmento delle auto a maggiore valore aggiunto. A Torino, per giunta, che rappresenta il cuore pulsante della filiera dell'auto in Italia”.
Per il Pd interviene l’ex ministro del Lavoro del governo Prodi, Cesare Damiano: “La vittoria del sì è avvenuta a denti stretti e questo ci deve far riflettere. Bisogna rispettare il voto dei lavoratori, ora Marchionne deve dire dove mette i soldi promessi, stabilimento per stabilimento”.