Crescita all'esame Cdm, varo dopo metà mese
ROMA - Dl 'Sviluppo bis' mercoledì sul tavolo del Consiglio dei Ministri, il varo del provvedimento per metà settembre. I dati sono allarmanti: circa 150 tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo economico per circa 180.000 lavoratori e oltre 30.000 esuberi
Mario Monti dopo gli annunci punta a passare ai fatti. L’urgenza è stringere i tempi e cercare un accordo con le parti sociali. Il 5 settembre, giorno del prossimo Cdm il governo vedrà anche Confindustria piccole e medie imprese e banche. L' 11 settembre sarà la volta dei sindacati. Dovrebbe arrivare nella seconda metà di settembre il dl 'Sviluppo bis', al quale sta lavorando il ministro Corrado Passera, con le misure per l'agenda digitale, start up, semplificazioni, attrazione degli investimenti diretti esteri e forse anche la carta d'identità elettronica. A quanto si apprende i tecnici stanno rifinendo le misure e il provvedimento sarà varato presumibilmente tra il 15 e il 30 settembre.
La crescita diventa sempre di più un obiettivo irrinunciabile. La strada che il governo intende imboccare poggia su 3 punti cardine: un fisco più leggero per imprese e famiglie; migliori infrastrutture; una giustizia civile più veloce uno dei freni agli investimenti. Le imprese chiederanno un abbassamento delle aliquote fiscali e la semplificazione burocratica. I sindacati una riduzione delle tasse sul lavoro e pensioni e un patto per l' occupazione. Resta il problema della mancanza di risorse, ma i sindacati alzano la voce e paventano la recessione che sta strangolando i lavoratori.
Per decine di migliaia di lavoratori l’autunno si profila molto difficile. Sono circa 150 i tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo economico per circa 180.000 lavoratori coinvolti e oltre 30.000 esuberi. Troppi disoccupati, troppi precari, troppe aziende in difficoltà. Secondo i sindacati che hanno rielaborato dati del ministero ci si deve preparare a fronteggiare la crisi industriale più dura nell'ultimo ventennio. Oltre alle vertenze sulle prime pagine dei giornali come quella del Carbosulcis e dell'Alcoa, ci sono altre migliaia di posti a rischio e decine di crisi ancora irrisolte, da quelle del settore elettrodomestici, Electrolux, Indesit, Antonio Merloni, a quelle del settore aereo, da Windjet a Meridiana, passando per la produzione nel comparto ferroviario, Ansaldo Breda e Firema, l'Ict e il tessile. Alla crisi della Miroglio si è aggiunta quella di Sixty, mentre una soluzione è stata trovata per la Golden Lady-Omsa.