Lavoro: accordo vicino
Dopo l'incontro tra il ministro del lavoro Elsa Fornero e i leader sindacali c'è ottimismo. Susanna Camusso, critica sull'articolo 18, afferma che presto si vedranno "cose positive". Il governo sta lavorando per riuscire a chiudere la partita entro la prossima settimana
La riforma del mercato del lavoro sembra essere a portata di mano. Dopo l'incontro tra il ministro del lavoro Elsa Fornero e i leader sindacali c'è ottimismo. Susanna Camusso, critica sull'articolo 18, afferma che presto si vedranno "cose positive". Il governo sta lavorando per riuscire a chiudere la partita entro la prossima settimana. Ottimista sui risultati anche il premier Monti, convinto del fatto che se si sta andando verso un accordo su un tema spinoso come quello del lavoro, anche su altri dossier è possibile arrivare a soluzioni condivise. Monti in accordo con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero, ha convocato a Palazzo Chigi le Parti Sociali per martedì 20 marzo alle ore 15.30.
Il ministro Fornero vorrebbe mantenere il diritto al reintegro previsto dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori per i soli casi di licenziamenti discriminatori.
In sostanza, per i licenziamenti per motivi economici vi sarebbe solamente un indennizzo, mentre per quelli disciplinari sarebbe il giudice a decidere se il lavoratore debba essere reintegrato, oppure indennizzato. E’ inoltre previsto un tetto al risarcimento pari a 24 mesi.
Una proposta, quella del ministro Fornero, giudicata troppo dura dai sindacati, che invece vogliono mantenere l’articolo 18 anche sui licenziamenti disciplinari.
Il ministro si è detta possibilista “non vogliamo consentire alle imprese di licenziare in maniera selvaggia, non è questo il nostro scopo”.
Altro nodo cruciale, la riduzione della mole di contratti che ci sono in Italia: oltre a rendere quello d'apprendistato (con certificazione) il contratto 'principe' per i giovani per entrare nel mondo, il governo pensa di ridurre il numero di contratti dai 46 esistenti oggi a solo otto (la bozza 2). E i lavori a tempo determinato costeranno di più, per disincentivare la precarietà.