C'era una volta
il libretto dei risparmi
Tra aprile e giugno di quest'anno è calato il potere d'acquisto delle famiglie, cioè il reddito disponibile in termini reali, dello 0,3% rispetto ai corrispondenti 3 mesi del 2010. Si cominciano ad intaccare i risparmi per coprire le spese abituali e non si mettono più i soldi da parte
Siamo in piena crisi economica, lo sappiamo. Ci sono molti meno soldi in giro quindi le famiglie possono spendere meno, e sappiamo anche questo. In cosa si traducono questi dati di fatto ce lo spiega l’Istat.
Tra aprile e giugno di quest'anno è calato il potere d'acquisto delle famiglie, cioè il reddito disponibile in termini reali, dello 0,3% rispetto ai corrispondenti 3 mesi del 2010.
Meno soldi per fare la spesa dunque o per l'abbigliamento. Meno soldi in genere e quindi si cominciano ad intaccare i risparmi per coprire le spese abituali. Non si mettono più i soldi da parte. Crolla quindi la propensione al risparmio delle famiglie che scende ai minimi da 11 anni. E' solo all'11,3% il rapporto tra il risparmio delle famiglie e il loro reddito disponibile.
E se i conti delle famiglie non vanno troppo bene anche lo Stato continua a spendere di più di quanto guadagna. Nei primi 6 mesi di quest'anno il rapporto deficit pil è pressoché fermo al 5,3%. Numeri per i quali si è resa necessaria la supermanovra di agosto per azzerare il deficit nel 2013 come ci chiede l'Europa.
Una manovra suggerita dalla Bce con una lettera spedita il 5 agosto a Palazzo Chigi dal presidente Trichet e dal suo successore in pectore Mario Draghi. Ma nella lettera, pubblicata oggi dal Corriere della Sera, si chiede anche più concorrenza, liberalizzazioni e privatizzazioni, che ancora non si vedono.