04/12/2024
01/05/2014


Uno sguardo su tutto il mondo del fumetto e su tutto il mondo, visto dai fumetti

Fumetti con le ruote - Captain America e l'Harley Davidson
Fumetti con le ruote, tutti le domenica in onda su Isoradio, dalle 11:30 alle 11:45 



Su Rai Isoradio si parla di macchine, viaggi e avventura  con un taglio inedito che prende spunto dal  mondo dei fumetti. Moltissimi eroi, super-eroi, cattivi e cattivissimi,  nelle loro avventure sono alla guida di una  macchina,  una moto o  addirittura un camion divenuti col tempo un  personale segno di distinzione, oltre che un mezzo di trasporto.
Il Maggiolone Volkswagen di Dylan Dog, l'inconfondibile Jaguar di Diabolik, La Batmobile dell'Uomo Pipistrello, la sgangherata 313 di Paperino: sono tanti i mezzi di trasporto che scarrozzano gli eroi dei fumetti in giro per le strade del mondo.
A raccontarli sono proprio i loro autori, disegnatori, editori che ogni settimana saranno ospiti della rubrica  "Fumetti con le ruote", nata da un'idea, realizzata e condotta da Riccardo Corbò e Pasquale Martello, con la regia di Mauro De Cillis e l'egida di Danilo Scarrone, Direttore di Isoradio.
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Il personaggio della puntata



 
CAPTAIN AMERICA

Capitan America, alias Steve Rogers, è il simbolo supereroistico dei valori americani. 


Ideato nel 1941 da Joe Simon e Jack Kirby è al suo esordio  un elemento di propaganda bellica.

Insieme alla sua giovane spalla, Bucky Barnes, funge da ispirazione fumettistica per le battaglie sui vari fronti internazionali e contro la quinta colonna interna. Nelle copertine e vignette  dell'epoca lo vediamo spesso a bordo di una Harley militare, con Bucky intento a smitragliare allegramente i nazisti e i giapponesi.


Con la fine del conflitto scema la sua grandissima popolarità. Diventa per breve tempo uno spietato cacciatore di comunisti, ma questa deriva maccartista ha brevissima durata editoriale e anni dopo sarà addiruttura scissa dalla figura di Steve Rogers.


Nel 1964 Stan Lee lo riporta nei fumetti, riducendo di molto il suo aspetto bellico e puntando sulla sensibilità di un uomo fuori dal suo tempo, in un'America nel pieno di rutilanti cambiamenti sociali.





Questo aspetto viene accentuato e diventa centrale dall'inizio degli anni '70. In un famoso ciclo disegnato da Gene Colan, Cap inforca una Harley e parte senza meta per le strade d'America.

Le sue storie diventano un modo di denunciare le differenze sociali, il razzismo, la corruzione presente nei vertici del governo, di tutte le contraddizioni insomma, che il sogno americano è destinato a generare.




Questa lotta affinché i poteri forti non corrompano l'american dream è il suo tema centrale anche in anni recenti.

Dopo l'11 settembre, invece di schierarsi ciecamente nella lotta al Terrore, metterà in dubbio gli interventi militari americani in giro per il globo.





Grazie alle talentuosa penna di Ed Brubaker, Cap è oggi un personaggio tra i più interessanti del comicdon, calato in atmosfere da grande spionaggio internazionale, che hanno anche ispirato il film "Captain America 2: The Winter Soldier".



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Il fumetto della settimana





CAPITAN AMERICA - BRUBAKER COLLECTION

Le avventure di Capitan America si trovano tutti i mesi sul mensile omonimo edito da Panini Comics; Cap inoltre compare in compagnia dei Vendicatori nelle avventure "Avengers" e "Uncanny Avengers".
Tutto il ciclo di Brubaker è in fase di ristampa nella "Brubaker collection" di Capitan America.

Il volume Marvel gold "Capitan America e l'impero segreto" ristampa l'omonico ciclo di storie.
Nel n.3 della collana "Marvel Masterworks" dedicato a Cap è presente la storia cult "Stanotte Muoio", di Steranko.

Le primissime avventure di Capitan America, durante la II guerra mondiale, si possono trovare negli ormai rarissimi due tomi editi dalla Comic Art nel 1991. 

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La motocicletta della puntata

HARLEY DAVIDSON





La Harley-Davidson nacque il 28 agosto 1903 dall'unione delle forze di William Harley e dai fratelli Arthur, Walter e Bill Davidson con una produzione iniziale assolutamente casalinga.





Nel 1906 viene ufficialmente fondata la Harley-Davidson Motor Company e al contempo inizia la vendita delle prime motociclette alle forze di polizia.





Nel 1917 gli Stati Uniti entrarono nel primo conflitto mondiale e le Harley-Davidson, già testate dalle forze armate negli scontri in Messico contro Pancho Villa, servirono l'esercito con 45.000 esemplari.



Terminato il conflitto nel 1920, la Harley-Davidson era divenuto il più grande costruttore di motociclette al mondo, presente in 67 paesi.


Un ulteriore enorme salto produttivo avvenne con la seconda guerra mondiale, durante la quale la casa produsse per scopi bellici oltre 88.000 motociclette.





A guerra finita, la Harley-Davidson aveva sbaragliato la concorrenza interna, rimanendo l'unico marchio americano sul mercato.

Ma fu proprio allora che la diffusione dei marchi inglesi in USA portò ad un rapido calo nelle vendite.

Saliva però la fama del mondo, erano infatti uno dei simboli del fascino dell'America, delle innovazioni tecnologiche, della democrazia da esportazione.



Nel 1957 vede la luce il modello Sporster, quello forse di maggior successo in assoluto, tanto da essere in produzione -  con minime variazioni - ancora oggi.

 
Alla fine degli anni '60 una seconda crisi, dovuta al boom delle moto giapponesi e italiane, portò ad un decennio di declino commerciale, ma proprio in questo periodo l'immaginario cinematografico, "Easy Rider" su tutto, la rinsaldò come mito sulle strade.


Ma dall'inizio degli anni '80 l'azienda, dopo vari cambi di vertice, è tornata a dominare il mercato e l'immaginario collettivo, puntando sulla tradizione e sul potere evocativo di potenza, ribellione e libertà che questo marchio ormai secolare porta con sé.



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Gli autori e conduttori:

Riccardo CORBÒ
E’ tra i fondatori del primo magazine telematico dedicato al fumetto, nella prima metà degli anni 90. Dopo  aver lavorato per le principali case editrici di fumetti romane, nei ruoli redazionali più disparati, è  passato in Rai. Ha collaborato dal 1996 al 2004 al programma radiofonico “Golem”. Dal 2001 al 2005, a Rainet, è stato il Portal Manager e Community Manager di Rai.it. Ha curato il sito del Tg1, di Vincenzo Mollica e l’offerta dei canali Rai su Youtube. Attualmente lavora al Tg3, dove si occupa per il web della rubrica “Comics” e per la televisione realizza servizi per  il “Tiggì Gulp” (in onda su Rai Gulp) e per la  rubrica “Agenda del mondo” (in onda su Rai Tre).
Insegna da otto anni “Morfologia e critica della paraletteratura” al Master in Critica Giornalistica dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.

Pasquale MARTELLO
Tra i suoi lavori annovera  vignette satiriche e umoristiche per numerosi quotidiani; illustrazione, grafica e cura di saggi sul mondo del fumetto. E’ stato tra i disegnatori del fumetto Tiramolla. Per Rainet, è stato l’art director delle prime interfacce web e multimediali del servizio pubblico. Attualmente è web master del sito del Tg3, per il quale realizza anche la vignetta giornaliera presente in home page e presentata settimanalmente nel corso della trasmissione “Fuori Tg”. Per “Tiggì Gulp” il telegiornale per ragazzi della Rai, realizza regolarmente servizi sulle novità tecnologiche. Per Isoradio è anche autore de “La vignetta alla Radio”, in onda tutti i giovedì mattina.
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Il regista

Mauro DE CILLIS
Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1975, scrivendo per il settimanale musicale "Nuovo Sound". Dal 1980 collabora con Radio RAI, come autore, conduttore, regista e giornalista. Nei vari ruoli ha seguito produzioni diverse per Radio Uno e Radio Due: trasmissioni musicali, varietà, contenitori, programmi in diretta con gli ascoltatori, sceneggiati, sit-com e altro ancora. Nel 2006, insieme ai colleghi Massimo Forleo, Emilia Morelli e Francesca Vitale, ha rappresentato Radio Uno al Prix Italia, con il documentario "Cefalonia. Non immaginavo che ci ammazzassero...", selezionato tra i sei migliori lavori d'interesse storico e poi compreso nell'antologia "Cento voci dall'Italia" (RAI Teche, 2011).
Nel 1991 l'associazione dei critici radiotelevisivi (AICRET) e l'Ente dello Spettacolo lo hanno premiato quale miglior regista radiofonico italiano.